Torre del Greco. «Cancelleremo le isole ecologiche della vergogna». Era il grido di battaglia del sindaco Giovanni Palomba durante la campagna elettorale di maggio e giugno: un grido di battaglia praticamente dimenticato a due mesi dalla «conquista» di palazzo Baronale. Perché non solo le stazioni eco-punti volute dalla precedente amministrazione comunale targata Ciro Borriello non lasciano spazio a un nuovo sistema di raccolta dei rifiuti, ma – in qualche caso – raddoppiano i cassoni destinati a indifferenziata, umido e scarti vari. è il caso del centro di raccolta realizzato in viale Sardegna, un tempo spazio assegnato al mercato ortofrutticolo e oggi sede degli uffici politiche sociali del Comune e anagrafe.
I cassoni fuorilegge
In un’isola ecologica già finita sotto i riflettori per le quotidiane «incursioni» dei trafficanti di scarti tessili provenienti dall’area vesuviana sono spuntati – proprio accanto all’isola ecologica regolarmente autorizzata dall’Arpac, l’agenzia regionale per l’ambiente in Campania – ulteriori cassoni, evidentemente fuorilegge rispetto alle vigenti normative. In primis, perché appoggiati direttamente all’asfalto senza la necessaria guaina impermeabilizzante: la conseguenza è sotto gli occhi di tutti, il percolato finisce direttamente sulla strada con inevitabili disagi e pericoli igienico-sanitari. Ma non solo: accanto ai cassoni venuti fuori dal nulla – il progetto originario approvato dalla precedente amministrazione comunale prevedeva solo cinque contenitori, in un’area ristretta e controllata attraverso le telecamere del sistema di videosorveglianza – c’è una scia di circa cento metri di ingombranti, materassi e scarti tessili. Una striscia di rifiuti capace di fare «invidia» alle peggiori discariche a cielo aperto, con buona pace dei controlli promossi dal sindaco e dalla polizia municipale guidata dal comandante Salvatore Visone. A completare il quadro degli orrori di viale Sardegna, poi, due cassoni sistemati proprio a ridosso dell’ingresso dell’ufficio politiche sociali in cui vengono sversati sacchetti e scarti di ogni tipo. Un attentato ambientale facilitato proprio dalla collocazione dei maxi-contenitori, sistemati «al riparo» dagli occhi delle telecamere.
Le proteste dei cittadini
Al netto dei pericoli igienico-sanitari provocati dall’assenza di una guaina impermeabilizzante sotto i cassoni «extra» sistemati dall’ente di palazzo Baronale, ci sono i disagi provocati dall’olezzo proveniente dal centro di raccolta. Una puzza insopportabile per i dipendenti degli uffici comunali sistemati sotto l’ex mercato ortofrutticolo e per gli stessi cittadini: «Sono venuto all’ufficio anagrafe per dichiarare la nascita di mio figlio, nato alla clinica Santa Maria la Bruna – racconta Giuseppe – L’aria era irrespirabile: non riuscivo a capire la ragione di un tale olezzo, poi gli stessi impiegati mi hanno spiegato le cause dell’emergenza».
I mancati controlli
Le proteste relative allo stato di abbandono dell’isola ecologica di viale Sardegna e sulla presenza di ulteriori cassoni per la differenziata rispetto al numero inizialmente previsto da Ciro Borriello & co. si aggiungono alla polemica legata agli scarsi controlli degli ispettori del settore Nu. Al vaglio del sindaco Giovanni Palomba e del dirigente all’ambiente ci sarebbero le disinvolte verifiche all’interno delle stazioni eco-punti denunciate da diversi cittadini: in pratica, le «ronde» organizzate per stanare gli incivili della differenziata pronti a ignorare gli orari di deposito dei sacchetti si sarebbero trasformate in una farsa. Con inevitabili criticità su tutto il territorio cittadino.