Il sistema ritratto dall’inchiesta della Procura di Roma era chiaro e quasi infallibile. Gli avvocati si sarebbero rivolti ai giudici di Pace sia per provare ad “aggiustare” le sentenze. Sia per riuscire a ottenere la nomina di consulenti “compiacenti” che facevano parte di quella che gli stessi indagati definiscono il “cerchio”. Come nel caso dei due avvocati di Torre Annunziata, Garofalo e Ivo Varcaccio,che si sarebbero rivolti a Iannello, secondo gli inquirenti, per ottenere la nomina di consulenti “malleabili”. Il tutto in cambio della promessa di soldi da corrispondere al giudice. Ma le toghe “sporche” ritratte dall’inchiesta guadagnavano su tutto. Anche sugli stessi periti chiamati a firmare gli atti, indirizzando – in un verso o nell’altro – il processo. Come Ciro Guida, medico di Pompei, accusato di aver versato proprio a Iannello 750 euro a titolo di “ringraziamento” per gli incarichi ricevuti in cause trattate dallo stesso giudice. Di fatto alcuni dei consulenti sarebbero stati tenuti a versare al giudice “amico” una parte del proprio onorario per aver ottenuto la nomina. Stessa accusa mossa, tra l’altro, a un altro consulente. Si tratta di Fabio Donnarumma, originario di Castellammare ma residente a Pompei, che allo stesso Iannello avrebbe consegnato 900 euro per le nomine come CTU in alcune cause. Un sistema che – sempre secondo gli inquirenti – sarebbe al centro di centinaia di cause. Sia quelle finite sotto la lente degli inquirenti, sia quelle tutt’ora oggetto di approfondimenti investigativi.
CRONACA
28 settembre 2018
Toghe sporche nell’area stabiese e torrese: il tariffario, mazzette da 500 a 900 euro