Calcio – Per qualcuno è l’anno zero, per altri anche peggio. Ma non c’è solo la nazionale di Roberto Mancini a tirare per la giacchetta il malaticcio calcio italiano, che vive la sua stagione più critica dopo le montagne russe del 2006. L’elezione del nuovo vertice federale è alle porte ma per gli addetti ai lavori non basta un nome, un programma per rilanciare il movimento. Serve ben altro, dice da Trento il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, ospite del Festival dello Sport, l’evento co-organizzato da Gazzetta e Trentino. “Abbiamo perso tempo, è stato perso tempo. Nel calcio siamo all’anno zero e arrivando a una condizione cosi disastrosa non si può che rimbalzare. Bisogna avere adesso il coraggio di guardarsi allo specchio e cambiare. La campanella è suonata – avverte il responsabile dello Sport – Tra qualche giorno spero inizi fase nuova per il calcio italiano, perché non è possibile avere risultati così deludenti”. Se per la politica siamo nei guai, se ‘Le Monde’ si diverte a provocare, parlando di un calcio quasi sparito, di match che a volte – per colpa dell’oligarchia economica dei club più ricchi – “si trasformano in esibizioni a metà tra la corrida e il sadomaso”, per chi il calcio lo gioca e lo vive quotidianamente siamo invece anche peggio. Se ne fa portavoce uno dei calciatori più rappresentativi come Leonardo Bonucci, abituato ad entrare duro in tackle sugli avversari ma che stavolta non risparmia nemmeno le caviglie di quello che una volta era davvero il Belpaese pallonaro. “In questo ultimo anno nulla è cambiato e nulla è stato fatto, anzi le cose sono peggiorate”, ha detto il difensore della Juventus e della nazionale dal ritiro azzurro chiedendo risposte subito. “Al nuovo presidente federale chiederei di fare una riforma importante per far ripartire il calcio italiano e dare regole ferree”, le parole di Bonucci a Coverciano, dove ha anche parlato della posizione dell’Aic che non si è schierata con Gravina: “Tommasi ha scelto di non schierarsi ma questo non significa non sostenerlo, abbiamo fiducia nel nuovo presidente perché possa cambiare e migliorare il nostro calcio”, ha rincarato Bonucci, parlando anche del caos dei calendari: “Siamo al 12 ottobre e, ad esempio, la Viterbese che a me sta tanto cara non ha ancora giocato una partita. Non credo sia una cosa normale, mi auguro che il nuovo presidente corra ai ripari per far ripartire il movimento: se lo meritano l’Italia, i tifosi e noi calciatori”. Ma lo chiedono a gran voce anche due esponenti di spicco del calcio italiano come Andrea Agnelli e Urbano Cairo che per un giorno dimenticano il derby e si alleano per cercare di far ‘cambiare’ il sistema calcio: “Mi auguro che Gravina sia in grado di riportare armonia a quella che era diventata una bega di condominio”, le parole del presidente bianconero che a Gravina chiede di “realizzare gli impegni assunti con le componenti. Spero – aggiunge – che quello che è scritto nelle 6 pagine del programma della Lega di A sia realizzabile”. “Il commissariamento non ha portato ad alcuna accelerazione in chiave riforme”, ha lamentato Cairo che ha parlato del caos generato dal progetto delle seconde squadre (“Ci avevo pensato anche io ma questa cosa è stata fatta un po’ in fretta e non mi ha molto convinto”), del caos calendari (Una cosa disdicevole”), delle infrastrutture “che non si fanno”, del calcio femminile che dopo corsi e ricorsi “è rimasto lì dov’era”. In una parola, ha concluso, “immobilismo”.
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12 ottobre 2018
Calcio: “anno zero, no peggio”, Italia cerca rinascita. Giorgetti, si è perso tempo. Bonucci, non è cambiato nulla anzi