Mi chiamo Francesco Sabatino, ho 29 anni e nel 2014 ho coronato il sogno di diventare un giornalista di cronaca sportiva. Un sogno che rischia di essere stroncato dai tagli che vogliono imporre Di Maio e Crimi. Io provo a raccontare le storie di chi vive lo sport minore, mi è capitato anche di dar voce a ragazzi che rincorrono un pallone sperando di trovare una strada diversa da quella dell’illegalità che garantisce soldi facili. Mi è capitato di raccontare le gesta di ragazzi nati tra i vicoli, che poi vanno a vincere una medaglia d’oro su un ring in Russia. Provo ad essere la voce di persone e città che attraverso lo sport tentano di dare un’immagine positiva, sperano nel riscatto sociale. Provo a raccontare ragazzi che finiscono sui grandi giornali solo quando giungono all’apice, mai quando scalano la montagna sudando e sgomitando. Io ricordo Lello Perinelli, per esempio, ucciso con una coltellata a Napoli. Lo ricordo non per la tragica fine, ma perché lo seguivo quando ancora inseguiva il sogno del calcio. E provo a raccontare lo sport attraverso le storie di vita. Per esempio quelle dei ragazzi che sono arrivati qui da noi su un barcone, e che nel calcio minore stanno dando un senso alle loro sofferenze. Voi che avete l’onore e l’onere di guidare il Paese dovreste incentivare a tenere accesi i fari nelle periferie, e invece siete pronti al triplice fischio finale sull’informazione locale e libera. Rifletteteci prima di spegnere le luci sui territori di frontiera.
CRONACA, metropolis
31 ottobre 2018
Il diario dei cronisti di Metropolis: non spegnete la luce sulle periferie. Noi raccontiamo i sogni dei giovani