Sono cresciuta a 50 metri dalla redazione di un quotidiano nazionale. E sono cresciuta con la voglia di aprire quella porta che per me nascondeva un mondo, nascondeva un esercito di soldati armati di penna che marciavano senza sosta per raccontare la verità. Una verità che è alla base di una missione, che per me si chiama Metropolis. Mi chiamo Elena Pontoriero e sono una mamma “che scrive”, come dice mio figlio Luca, 11 anni e già con le idee molto chiare. La sua mamma c’è poco a casa perché deve “raccontare le cose belle e quelle brutte”. Sui tasti si battono storie disumane, storie pazzesche e si cerca di dare ai lettori la verità, sempre e comunque.Questo mestiere mi ha insegnato a guardare negli occhi le persone e a restare parte di loro. Non siamo una casta, non siamo i poteri forti come il Movimento 5 Stelle ha tentato di dipingerci. Sono una giornalista di provincia, che consuma ancora le sue scarpe. Seguo i sette Comuni dei Monti Lattari, seguo un territorio a rischio. Lo faccio assieme ai miei colleghi e al mio compagno di vita, che siede al mio fianco in redazione. Metropolis è ancora in edicola perché dietro questa testata c’è una squadra che con sacrifici, con mille difficoltà, è rimasta al suo posto.Senza mai arretrare. Soltanto per raccontare la verità.
CRONACA
1 novembre 2018
Il diario dei cronisti di Metropolis: la mia vita da mamma-cronista. Vi raccontiamo territori senza voce