San Giuseppe Vesuviano/Terzigno Le discariche continuano a bruciare, mentre i fumi dei roghi tossici travolgono abitazioni, scuole e campetti di calcio. E’ un avvelenamento lento e silenzioso che sta ammazzando piano piano intere comunità. Quel boia spietato, capace di spezzare in due sogni e speranze di migliaia di bambini e ragazzi morti per malattie tumorali e leucemie, è figlio degli affari della criminalità organizzata. La camorra ha costruito imperio sui fusti tossici e su rifiuti speciali interrati qui e là. Gli sversamenti illeciti e incontrollati nella provincia di Napoli, i roghi killer per provare a cancellare tracce dei rifiuti abbandonati nei parchi protetti e lungo le strade delle comunità del Vesuviano hanno contribuito a trasformare un territorio bello e dannato in una bomba ecologica. Su cui ogni giorno camminiamo. Strade e campagne che calpestiamo, inconsapevoli di passeggiare su bidoni tossici che hanno iniettato nel terreno il proprio veleno. Il conto di decine di anni di disastri ambientali, di speculazioni sui rifiuti e di sversamenti illeciti lo stiamo pagando adesso. Sulla nostra pelle. All’ombra del Vesuvio i malati di tumore sono migliaia, uno su quattro muore per malattie contratte grazie a fattori legati all’esposizione alle emissioni e alle combustioni di rifiuti pericolosi solidi urbani. L’allarme per la provincia di Napoli e per i comuni del Vesuviano è stato lanciato dall’Istituto Superiore della Sanità al termine di un’indagine chiusa nel 2015 e “rispolverata” dal ministro della Sanità, Giulia Grillo, in risposta a un’interrogazione parlamentare presentata dai deputati Siani e De Filippo. Nell’indagine degli esperti i dati di incidenza tumorale nel periodo ’96-2010 e di mortalità nel periodo 2003-2011. Dati, forse troppo vecchi, usati ancora oggi come riferimento del Governo. «Le patologie che mostrano nell’area in esame eccessi di mortalità, ricoveri ospedalieri e incidenza tumorale sono caratterizzate da eziologia multifattoriale, ovvero sono numerosi i fattori per i quali un ruolo causale nei confronti di tali patologie sia accertato o sospettato e fra di loro, sulla base di indicazioni della letteratura scientifica internazionale, può rientrare l’esposizione a emissioni o rilasci di siti di smaltimento in controllato di rifiuti pericolosi e di combustioni di rifiuti pericolosi o solidi urbani». Insomma, dietro l’impennata di malattie c’è l’esposizione a discariche. E nelle città di Terzigno, San Giuseppe Vesuviano, Striano, Somma Vesuviana e Palma Campania – nell’hinterland vesuviano – i cumuli di rifiuti a ogni angolo della strada, l’allarme tumori è più alto che in altre zone della regione. Lo riassumono i dati della relazione dell’IstiSan. Il 30% dei decessi per tumore a Terzigno si ritiene sia collegato ai veleni della Terra dei Fuochi; il 58% a Striano; il 16 a San Giuseppe Vesuviano; il 13% a Somma Vesuviana e il 27% a Palma Campania. Nella lunga analisi gli studiosi hanno anche spiegato quali sono le malattie più diffuse nel Vesuviano. «Il gruppo di patologie per le quali sussiste un eccesso di rischio in entrambi i generi per tutti i 3 gli indicatori utilizzati (incidenza tumorale, mortalità, ricoveri), disponibili per la sola Provincia di Napoli, è costituito da: tumore maligno dello stomaco, tumore maligno del fegato, tumore maligno del polmone, tumore maligno della vescica, tumore maligno del pancreas (tranne che nell’incidenza fra le donne), tumore maligno della laringe (tranne che nella mortalità fra le donne), tumore maligno del rene (tranne che nell’incidenza fra gli uomini), linfoma non Hodgkin (tranne che nella mortalità fra gli uomini)».
CRONACA
11 novembre 2018
«L’esposizione alle discariche dietro l’impennata di malattie e decessi»Uno su 4 ucciso dai rifiuti tossici