Potrebbero non ricevere stipendi fino al mese di dicembre i lavoratori della Tme, società termomeccanica che si occupa della gestione dell’impianto di depurazione di foce Sarno a Castellammare. Nel giorno in cui anche la griglia che filtra i macroinquinanti viene manomessa, arriva un’altra brutta notizia dall’impianto di depurazione gestito dalla Regione.Rischio fanghi in mare.Secondo i tecnici, infatti, i fanghi che vengono prodotti dai procedimenti depurativi, non riescono più ad essere smaltiti. Accumulandosi potrebbero essere definitivamente sversati in mare creando problemi seri alla balneabilità e alla tutela del mare. A lanciare l’allarme sono le Rsu della Tme che, nel frattempo, martedì dovranno discutere di un altro importante aspetto. Dalla Regione Campania, infatti, non è arrivata la variazione di bilancio necessaria per mettere in pagamento gli stipendi dei 65 operai fino al mese di dicembre. Una situazione incandescente che rischia di acuire lo scontro tra maestranze, azienda e Regione. Sullo sfondo anche il rischio ambientale per la vicenda fanghi che verrà sollevato a breve anche in commissione regionale.Il caso griglia sul Sarno.Cede l’ultimo baluardo che separa la montagna di plastica dal mare. E intanto si indaga sull’ipotesi di sabotaggio. All’alba di sabato, la griglia per macroinquinanti posizionata nei pressi della foce del Sarno si è staccata dai supporti ed è parzialmente sprofondata nel fiume, finendo a contatto con il greto sottostante. Un cedimento strutturale che, per la sua dinamica, potrebbe essere stato causato da un atto di vandalismo compiuto in piena notte per manomettere la griglia e complicare le attività di tutela ambientale messe in atto a partire da domenica scorsa, quando un cumulo di materiale plastico ha iniziato ad accumularsi in prossimità di un tronco crollato perpendicolarmente alla corrente tra le sponde di via Fondo d’Orto e via Ripuaria. Il Comune di Castellammare di Stabia è pronto a presentare una denuncia contro ignoti alle forze dell’ordine per fare chiarezza sul cedimento della griglia, che intanto gli operai hanno risollevato e riportato nella sua posizione naturale. Ma intanto ulteriori quantità di bottiglie di plastica e polistirolocontinuano a percorrere il letto del fiume e a depositarsi in prossimità dello sgrigliatore, rendendo giorno dopo giorno la situazione sempre più complessa. Sollevare la griglia, infatti, comporterebbe lo sversamento in mare di tonnellate di rifiuti, ma tenerla abbassata vuol dire esporla ad una pressione notevole, che potrebbe anche essere la causa del cedimento di ieri notte. Ma la pista più credibile, in ogni caso, resta quella della manomissione, come confermano alcuni indizi emersi nelle ore successive. Ieri mattina,d’altra parte, sono sparite anche due bombole di gasolio e il quadro elettrico risultava guasto. Due anomalie che lasciano pensare che qualcuno abbia deciso sua sponte di tranciare il cavo. Le parole dell’assessore Calì. L’assessore Fulvio Calì sin dalle prime ore del mattino ha presidiato l’area, assicurandosi che la griglia fosse riposizionata almeno nella sua naturale collocazione. «Gli indizi lasciano pensare che possa esserci stato un sabotaggio. – ha spiegato Calì – Ma intanto era necessario sollevare la griglia dal greto del fiume per evitare altre situazioni di pericolo che avrebbero potuto crearsi in quel contesto». La competenza per la gestione dello sgrigliatore spetta alla Città Metropolitana, dato che la griglia fu messa in funzione oltre un decennio fa allo scopo di trattenere in estate gli scarti della lavorazione dei pomodori ed evitare che finissero in mare, guastando la stagione balneare. Sul posto si sono recati anche Antonio Pentangelo, deputato di Forza Italia che nei giorni scorsi sull’emergenza Sarno ha presentato anche un’interrogazione al Ministro dell’Ambiente Massimo Costa, e Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale dei Verdi.Ma intanto le indagini per scoprire cosa abbia causato il cedimento della griglia entreranno nel vivo a partire dall’inizio della prossima settimana. E le telecamere di videosorveglianza potranno fare chiarezza circa l’ipotesi che sia stato compiuto un atto di vandalismo, contribuendo in tal caso anche all’identificazione degli eventuali colpevoli. Il business degli sversamenti in mare, d’altra parte, continua a far gola alle aziende avvezze a scaricare i rifiuti nel Sarno per risparmiare il denaro necessario allo smaltimento, pari a circa mille euro per ogni tonnellata di rifiuti smaltiti.
CRONACA
11 novembre 2018
Sarno, incubo fanghi «Finiranno in mare»