Torre del Greco. «Fate bene il bene» diceva lu prevete faticatore Vincenzo Romano, oggi fresco di canonizzazione in Vaticano. «Fate bene anche il male, ma fate qualcosa» dicono oggi migliaia di cittadini di Torre del Greco delusi dal drammatico immobilismo della carovana del buongoverno Giovanni Palomba. Praticamente ancorata alla convinzione del sindaco secondo cui non fare niente equivale a non sbagliare: una tesi discutibile sotto diversi punti di vista, ma indubbiamente fuori luogo in relazione alla gestione della macchina comunale. Perché in municipio, a dispetto delle linee guida dell’autorità nazionale anti-corruzione, alcuni dirigenti e funzionari sembrano praticamente intoccabili. Incollati alle poltrone su cui siedono da anni, con buona pace dei principi di rotazione previsti proprio dall’Anac.
Nessuno tocchi i cervelloni
Dal giorno dell’insediamento a palazzo Baronale, lo storico figlioccio della Dc all’ombra del Vesuvio si è dimostrato sempre particolarmente «ossequioso» con i cervelloni del Municipio. Non solo non ha nominato un nuovo segretario comunale – confermato Pasquale Incarnato, chiamato a palazzo Baronale dall’ex commissario straordinario Giacomo Barbato – ma si è speso sempre in prima persona per difendere gli storici dirigenti Ernesto Merlino e Domenico Borriello, indicati da qualche consigliere comunale come i veri plenipotenziari del municipio: un’etichetta confermata dal recente «balletto delle stanze» con l’assessore alle politiche sociali Luisa Refuto costretta a rinunciare all’ufficio di rappresentanza – in passato destinato al sindaco Valerio Ciavolino – occupato proprio da Ernesto Merlino. Ma, al netto dei due super-esperti del Comune, ci sarebbero vari funzionari con il «posto fisso».
L’elenco degli intoccabili
La scoperta è venuta fuori dopo un’apposita richiesta presentata da alcuni consiglieri comunali in vista della prossima riorganizzazione degli uffici in base al fabbisogno del personale destinato a essere approvato in giunta. Scorrendo i nomi dei vari funzionari di servizi e settori è emerso come alcuni dipendenti comunali svolgano lo stesso incarico da tempo praticamente immemorabili, con buona pace delle linee guida in materia di rotazione del personale emanate dall’autorità nazionale anti-corruzione. Un’anomalia immediatamente segnalata al successore di Ciro Borriello – l’ex sindaco noto per la «disinvoltura» con cui venivano trasferiti i lavoratori dell’ente di palazzo Baronale – ma rimasta, come la stragrande maggioranza delle segnalazioni arrivate sulla scrivania di Giovanni Palomba, lettera morta. Così l’ombra dell’Anac si potrebbe allungare sul municipio della quarta città della Campania. A meno che, a breve, l’amministrazione comunale non proceda alla stesura del fabbisogno del personale e alla successiva riorganizzazione degli uffici. Perché per fare bene il bene può essere necessario un santo, ma per fare semplicemente qualcosa dovrebbe – in teoria – bastare un sindaco.