Torre del Greco. La seduta del consiglio comunale inizialmente programmata a fine ottobre era stata rinviata a metà novembre proprio per consentire – alla luce dell’importanza dell’argomento – la partecipazione di tutte le istituzione interessate alla questione. Ma, alla prova dell’aula, la Regione Campania e l’ente parco nazionale del Vesuvio hanno «snobbato» i politici di palazzo Baronale e disertato la discussione sul rischio idrogeologico all’ombra del Vesuvio. Una scelta capace di alimentare – alla luce dei danni provocati dagli incendi dell’estate 2017 – polemiche tra i rappresentanti delle associazioni ambientaliste presenti in municipio e veleni tra gli esponenti di una maggioranza «spuria» snobbata sia dal centrodestra sia dal centrosinistra.
L’incubo frane
Eppure, il tema del recupero e della protezione del territorio avrebbe dovuto unire tutte le istituzioni «crocifisse» all’indomani delle devastazioni provocate dalle fiamme. Il terrore paventato già durante le prime ricognizioni post-disastro sul Vesuvio era e resta legato alla scarsa capacità dei terreni di trattenere – complice la scomparsa di ettari di boschi – l’acqua piovana, in particolare in caso di violenti nubifragi. Come sottolineato dai rappresentanti delle varie associazioni ambientaliste presenti in aula – a partire da Torre Vesuvio Pro Natura per finire a La Aquile-Costa del Vesuvio e PrimaAurora – la corretta manutenzione dei lagni presenti sulle aree interessate dagli incendi e l’adeguata pulizia delle briglie borboniche disseminate sul territorio potrebbe giocare un ruolo-chiave in ottica prevenzione. Concetti rimasti sospesi a mezz’aria, perché – al momento dell’apertura della seduta – il presidente del consiglio comunale aveva già comunicato la mancata partecipazione di rappresentanti della Regione Campania e della Città Metropolitana nonché dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio. Eppure, dopo gli incendi, proprio l’organismo guidato da Agostino Casillo aveva realizzato una serie di opere – briglie naturalistiche e muri a secco su tutti – per provare a mettere in sicurezza il territorio, in attesa di interventi incisivi e risolutivi.
La sfilata politica
Le assenze eccellenti a palazzo Baronale hanno trasformato la seduta – una volta archiviati gli interventi dei rappresentanti delle associazioni ambientaliste – in una passerella politica, con gli esponenti della minoranza pronti a evidenziare una serie di criticità fino a oggi trascurate dall’amministrazione comunale targata Giovanni Palomba. Alla fine, il consiglio comunale si è sciolto senza neanche approvare l’ordine del giorno – sottoscritto da tutti i consiglieri comunale – attraverso cui l’assise cittadina impegnava le istituzioni sovraordinate a mettere in campo una serie di iniziative scaccia-incubi. «Sarà il primo atto della prossima seduta», l’impegno del capo dell’assise. Sperando che, intanto, non piova.