Torre del Greco. La sua abitazione a corso Garibaldi – a due passi dalla zona porto – era ridotta a un vero e proprio porcile: una potenziale bomba ecologica in cui U.S. – pensionato di 72 anni – capace di scatenare lamentele e proteste da parte di vari condomini dell’edificio, costretti a convivere con l’insopportabile olezzo proveniente dai locali al piano terra.
Di qui – già a partire dalla scorsa estate – la raffica di segnalazioni inviate all’ufficio igiene e sanità del Comune e successivamente trasmesse all’unità operativa di prevenzione collettiva dell’Asl Napoli 3 Sud: «Qui rischiamo di prendere il colera, la puzza proveniente dall’appartamento al piano terra ci farà ammalare», l’allarme lanciato dai vicini di casa del pensionato. Non a caso, all’indomani delle denunce, scattarono i controlli e il successivo «invito» all’anziano a provvedere a una radicale bonifica dell’abitazione «da cui fuoriesce – scrissero in una nota gli ispettori dell’Asl Napoli 3 Sud – uno sgradevole e nauseabondo odore che si estende per tutta l’area del fabbricato con pregiudizievole incolumità dei condomini».
Un avvertimento rimasto lettera morta per tre mesi: non solo U.S. non si è preoccupato di procedere a una radicale pulizia del «tugurio» in cui si era ridotto a vivere, ma aveva ulteriormente aggravato le condizioni igienico-sanitarie del suo appartamento. Fino all’ennesimo sopralluogo effettuato a metà settimana, insieme ai carabinieri della stazione Centro. Davanti a una situazione talmente critica da riportare alla memoria i due casi di via Salvator Noto e traversa vico Trotti – in entrambi i casi i proprietari, due anziani, furono ritrovati morti tra i rifiuti – il sindaco Giovanni Palomba ha firmato lo sgombero coatto del settantaduenne. Il pensionato sfrattato dalla sua casa-tugurio sarà ospitato – come deciso dal leader della carovana del buongoverno uscita vincitrice dalle elezioni – presso la struttura «Comunità tutelare del Miglio d’Oro» per il tempo necessario a portare a termine le opportune operazioni di bonifica dell’appartamento di corso Garibaldi. Un’abitazione trasformata in un porcile, a cui U.S. è stato strappato prima dell’ennesima tragedia della povertà all’ombra del Vesuvio.