«Sono ristretto nella stanza numero 55 del padiglione Roma della casa circondariale di Poggioreale». Così comincia la prima lettera pubblica di Alfonso Stella, docente e commercialista stabiese. Dietro le sbarre da un anno e mezzo, dopo una battaglia giudiziaria durata 14 anni. Poi la condanna a 6 anni e 6 mesi di reclusione. «Vivo questa triste esperienza e ovviamente, avverto la mancanza della famiglia e di tutte le persone care, ma soprattutto della libertà che è il bene più prezioso che l’uomo ha ricevuto in dono – scrive Stella – Mancano anche tante piccole cose, che chi vive all’esterno di questa struttura, non riesce nemmeno ad immaginare. In questo contesto di sofferenza ho avuto, quasi per caso, la fortuna di conoscere un volontario dell’associazione Carcere Vi.Vo. Ebbene, ho constatato le nobili finalità che perseguite e la preziosa attività che svolgete all’interno della struttura carceraria, e vi assicuro che l’incontro con un volontario, rappresenta per i ristretti un momento molto atteso. Considerando che in questo inferno anche una parola di conforto può essere importante, perché non ci fa perdere la voglia di sognare e di sperare in un futuro migliore».
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