Torre del Greco. Una nuova tegola si abbatte sulla giunta comunale targata Giovanni Palomba. Non bastasse la pioggia di critiche caduta sul tremebondo assessore Pietro De Rosa – il delegato all’ambiente finito sott’accusa per la disinvolta gestione dell’emergenza rifiuti all’ombra del Vesuvio – e la doppia tegola giudiziaria caduta sulla testa di Vincenzo Sannino, ora tocca al vicesindaco Annarita Ottaviano vedere traballare la propria poltrona da vicesindaco, conquistata grazie al sorteggio effettuato dal primo cittadino al momento della composizione dell’esecutivo.
Perché, al termine di cinque mesi caratterizzati da imbarazzanti silenzi sotto il profilo dei risultati, la commercialista indicata da Luisa Liguoro e Gaetano Frulio – entrambi eletti con la lista Ci vuole coraggio, insieme a Vittorio Guarino e Annalaura Guarino – rischia di restare senza il necessario «sostegno politico». La gestione della delega alle attività produttive non ha, infatti, convinto l’ex presidente del consiglio comunale ai tempi del sindaco Gennaro Malinconico: «All’assessore Annarita Ottaviano riconosco il grande impegno profuso durante la prima parte del suo mandato – la premessa di Gaetano Frulio -. Ma, al netto dell’impegno, i risultati non sono stati all’altezza delle aspettative. In particolare relativamente alle attività produttive. Rispetterò le decisioni del sindaco e della mia collega Luisa Liguoro, ma oggi non mi posso sentire rappresentato dall’attuale vicesindaco perché è venuto a mancare il vincolo di fiducia».
Secondo i rumors circolati a palazzo Baronale, lo strappo si sarebbe consumato dopo le delibere a scoppio ritardato per la realizzazione di una app destinata a pubblicizzare le bellezze di Torre del Greco e per la promozione radiofonica degli eventi natalizi organizzati all’ombra del Vesuvio: «Le due delibere rappresentano solo la punta dell’iceberg di una gestione complessiva fondamentalmente fallimentare – conferma Gaetano Frulio – Ribadisco la piena fiducia nelle scelte del primo cittadino, ma non posso evitare di sottolineare la necessità di cambiare passo rispetto all’andamento lento tenuto fino a oggi». Come a dire: va bene il rimpasto a gennaio, ma qualche «segnale anticipato» potrebbe essere la giusta sveglia per accelerare il cambio di marcia dell’intero esecutivo cittadino.