Una lista di numeri, nomi e sigle. Poi tantissime schedine gia’ giocate, alcune vincenti e altre nulle. Una serie di ‘pizzini’ e gli importi delle scommesse sulle partite di calcio. Questo quanto sequestrato dai carabinieri a casa di Giuseppe Rocco, affiliato al clan Grimaldi-Scognamillo e indagato nell’operazione che tre giorni fa ha portato a 33 arresti nel rione di Soccavo a Napoli. Come riporta il ‘Corriere del Mezzogiorno’, tra la lista degli appunti del ‘contabile’ del clan c’era annotata una sola squadra: l’Udinese con una puntata di 26.800 euro. Inoltre c’erano altre nove schedine giocante con cifre altissime: dai 1.000 euro, fino ai 10.500 euro. L’Udinese fa sapere in comunicato che respinge con fermezza l’ipotesi di venir associata a temi di matchfixing e di essere a disposizione degli inquirenti qualora sia richiesta la loro collaborazione. Le indagini dei carabinieri stanno cercando tracce di altre scommesse e collegamenti con altre squadre di serie A. L’anno preso in considerazione e’ il 2014, quando le forze dell’ordine riuscirono a prendere, a Marano, Giuseppe Rocco, che era latitante per un’ordinanza emessa dal Tribunale di Venezia. Nel covo c’erano fogli di carta scritti a penna con le cifre delle scommesse on line che il clan aveva deciso di fare su squadre di serie A. Il sito scommesse sul quale viaggiavano le cifre del clan Grimaldi, che aveva creato un conto on line, era il ‘Planet win 365′. Li’ arrivavano di volta in volta i versamenti del contabile della cosca che raccoglieva, anche telefonicamente, le richieste di scommessa da parte degli affiliati. Non tutti, chiaramente, avevano questo privilegio, ma solo i vertici del gruppo. Altro elemento importante ai fini dell’indagine sono gli orari delle scommesse che risultano essere tutte a pochi minuti dall’inizio della partita. Questo potrebbe essere determinato, come hanno raccontato diversi collaboratori di giustizia, anche dalle ‘soffiate’ sulle partite sulle quali puntare ed essere sicuri di vincere.
CRONACA
14 dicembre 2018
Camorra: scommesse clan, indagine su ‘pizzini’: c’era una squadra di A