La pioggia batte forte sui finestroni di alluminio mentre in quell’aula di tribunale affollata cala il silenzio. In prima fila ci sono cinque ragazzi con lo sguardo stralunato. C’è chi indossa un completo scuro, con una giacca elegante. Chi preferisce una felpa o una camicia. Si guardano attorno. Scrutano le pareti e gli spigoli cercando di cogliere il senso di quella battaglia che si consuma a due passi dalle poltroncine di plastica. Lì dove nei prossimi mesi si decederà il loro destino, forse anche la loro vita. E’ così che si sono presentati, davanti ai giudici del tribunale di Torre Annunziata, Antonino Miniero, Davide Gennaro Gargiulo, Fabio De Virgilio, Raffaele Regio e Ciro Francesco D’Antonio: sono i cinque imputati per il presunto stupro di una turista inglese che sarebbe avvenuto al Mar hotel Alimuri di Meta, nella notte tra il 6 e il 7 ottobre 2016. Secondo l’accusa quei giovanotti che non arrivano a 30 anni (c’è solo un 34enne) sono gli autori della violenza di gruppo ricostruita dalla Procura di Torre Annunziata. Una storia che ha fatto il giro del mondo. Una storia su cui dovranno esprimersi i giudici. Ieri la prima udienza del processo. Il primo atto di una lunga maratona verso quella «giustizia» invocata sia dalla vittima che dagli imputati. La giornata inizia alle 10 quando, accompagnati da genitori e familiari, i giovani varcano l’ingresso del palazzo di giustizia di corso Umberto I. Sono tutti ai domiciliari, ma i giudici gli hanno concesso la possibilità di raggiungere il tribunale con mezzi propri.
CRONACA, Penisola
14 dicembre 2018
Sorrento. Ragazzi accusati di stupro, in aula tra silenzi e paure