Torre del Greco. Una città trasformata in una maxi-discarica di rifiuti, un’economia locale frenata dalla completa assenza di iniziative e progetti, un’amministrazione comunale incapace di dare risposte concrete a una popolazione in ginocchio. Eppure – davanti allo scempio finito alla ribalta delle cronache nazionali – l’unica azione concreta messa in campo dalla casta di palazzo Baronale guidata dal sindaco Giovanni Palomba punta all’aumento dello stipendio dei politici. Mentre gli abitanti del centro storico e delle periferie aspettano il cartellone di eventi per le imminenti festività natalizie, i consiglieri comunali sistemano il proprio regalo di Natale sotto lo spelacchiato albero realizzato in municipio: un «pacco» in cui sono previste varie modifiche allo statuto, a partire dall’introduzione dell’ipotesi di sfiducia al presidente del consiglio comunale – un tasto su cui spingono diversi alleati in rotta di collisione con l’attuale capo dell’assise, Felice Gaglione – per finire a un «adeguamento» dell’attuale valore del gettone di presenza destinato agli esponenti di maggioranza e opposizione per la partecipazione alle commissioni consiliari. Commissioni consiliari fino a oggi «ininfluenti» ai fini dell’azione di governo cittadino – i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti – eppure costate la bellezza di 12.000 euro al mese alle casse di palazzo Baronale.
Il «lavoro» dei politici
A dispetto dell’assoluto immobilismo registrato su tutti i fronti della vita politica, la prima commissione consiliare guidata dall’avvocato Gaetano Frulio – capo dell’assise ai tempi dell’ex sindaco Gennaro Malinconico – si è dedicata anima e corpo per l’intero mese di novembre allo «studio» delle modifiche da apportare all’attuale statuto comunale. A partire dal 5 novembre e fino al 22 novembre, infatti, l’avvocato civilista eletto in tandem con Luisa Liguoro e un ristretto numero di alleati – capeggiati dal «soldato» Luigi Caldarola, entrato in rotta di collisione con Felice Gaglione già a inizio settembre – hanno messo nero su bianco una serie di proposte di modifica della statuto comunale ora finite all’attenzione del segretario generale Pasquale Incarnato. Variazioni relative – in primis – all’introduzione di procedure per l’ammissibilità e le modalità di attuazione di un referendum comunale nonché all’ampliamento dei tempi da 24 ore a 48 ore per il deposito degli atti. Ma il punto-chiave resta l’aumento degli «stipendi».
L’assalto alle casse del Comune
Attualmente il valore del gettone di presenza per la partecipazione alle commissioni consiliari è pari a 32,52 euro lordi. Una cifra largamente al di sotto del massimo previsto dalla legge, ma verosimilmente adeguata ai risultati fino a oggi centrati dalla casta di palazzo Baronale. L’attuale soglia fissata all’epoca del primo mandato da sindaco di Ciro Borriello costa complessivamente circa 12.000 euro in soldi pubblici ogni mese: l’eventuale modifica proposta all’interno del «pacco» di Natale potrebbe gravare fino a ulteriori 10.000 euro mensili sulle casse del Comune, in pratica circa 120.000 euro l’anno. Numeri capaci di fare tremare i polsi a qualche alleato consapevole della «ricaduta negativa» di un simile provvedimento dopo sei mesi di disastri registrati all’ombra del Vesuvio. Non a caso, qualcuno avrebbe proposto di frenare sull’aumento degli stipendi e puntare solo all’approvazione delle restanti modifiche proposte dalla prima commissione consiliare.
La questione sfiducia
A completare il quadro, l’iniziativa-politica intorno a cui ruota l’intero «pacco» di Natale: l’introduzione della sfiducia al presidente del consiglio comunale. Dopo il flop del blitz di ottobre, infatti, gli esponenti della maggioranza sono tornati alla carica. Puntando su una sentenza del Tar Piemonte in cui viene stabilito come «lo statuto comunale può prevedere ipotesi di procedura di revoca del presidente del consiglio comunale, con riferimento a fattispecie che integrino comportamenti incompatibili con il ruolo istituzionale super-partes che deve costantemente disimpegnare nell’assemblea consiliare». La proposta complessiva dovrà essere votata dai due/terzi dei componenti dell’assise. Di qui, l’inserimento nel pacchetto dell’ipotesi di aumento di stipendio così da rendere appetibile la crociata per la sfiducia a tutti i consiglieri comunali.