Sono da poco passate le due del primo pomeriggio quando nel rione Poverelli, in una delle palazzine popolari, si scatena l’inferno. Una raffica di colpi. Una sequenza che difficilmente può essere confusa con altro. «Hanno sparato» urla un uomo che è in strada. Stava aspettando gli amici perché doveva andare allo stadio a vedere la partita del Savoia. Sente prima i colpi, poi le urla di una donna che si dispera. Corre qualche metro più avanti e la scena è chiara: c’è un uomo ferito. Indossa pantaloni blu, un giubbotto verde e in testa un cappellino. Si lamenta mentre si mantiene la gamba sanguinante mentre altri due provano a sorreggerlo. E’ uscito da una delle abitazioni delle Iacp e in pochi secondi il piazzale si popola per poi diventare deserto all’arrivo delle forze dell’ordine. E’ l’inizio di una faida. Il primo segnale concreto di una guerra dopo le stese che da mesi vengono messe in campo da una parte all’altra della città. Al centro nessun dubbio: il controllo delle piazze di spaccio e le rivendicazioni che giovani leve e i vecchi capi indiscussi si contendono. Quell’uomo non è uno qualunque e non si trovava nel rione Poverelli per caso. La vittima è Carmine Chierchia ed è stato raggiunto da un colpo di arma da fuoco mentre si trovava sul balcone dell’abitazione di un pregiudicato di Torre Annunziata, A. E. le sue iniziali. Tre colpi esplosi da sicari in sella a uno scooter che si sono poi dati alla fuga. Il pregiudicato e Chierchia erano sul balcone quando è partita la pioggia di piombo. Uno solo si è conficcato nella gamba sinistra ed è stato poi estratto qualche ora dopo dai medici del pronto soccorso dell’ospedale di Boscotrecase, Sant’Anna-Madonna della Neve.
Giovanna Salvati