“Da due anni non vedo più i miei figli. Sono scappati via con la mamma, so che sono in Germania, nonostante vi sia una sentenza del Tribunale che dice che debbano rimanere nell’ambito della regione Campania. La mia vita è distrutta, chiedo solo che le leggi vengano rispettate”. Giuseppe A. è il titolare di un’attività commerciale nel centro di Castellammare. Vive in periferia, quasi al confine con Torre Annunziata. E per tanti anni è stato sposato con una donna che, due anni fa, ha fatto armi e bagagli e se ne è andata. Una sentenza di separazione, quella che mostra nella sua cartellina blu il signor Giuseppe, che stabilisce diritti e doveri dei due coniugi. In mezzo la vita di due bimbi: uno che oggi ha quasi dodici anni, l’altro che di anni non ne ha ancora compiuti tre. Sul suo profilo wathsapp Giuseppe ha la foto col figlio più grande. Sorridono, insieme. Oggi quei tempi felici sono un ricordo. “Non so cosa facciano i miei figli, cosa stiano facendo. Mi è stato negato il diritto di essere padre” si arrabbia il commerciante stabiese. Le denunce incrociate.E’ un giorno di settembre di due anni fa quando la moglie di Giuseppe decide di andare via. Contemporaneamente, però, presenta una denuncia per abusi sessuali sui figli da parte del papà. Una mazzata per Giuseppe che vede il mondo cadergli addosso. Oggi, a distanza di tempo, e con un decreto di archiviazione cerca di ristabilire la verità. “Non ho mai sfiorato mio figlio, non mi sono mai permesso. E’ un’accusa che mi ha gelato il sangue”. Per due anni quei dubbi finiscono per alimentare i sospetti. Poi la fine dell’incubo e la denuncia per calunnia nei confronti dell’ex moglie. “Ora dovrà spiegare ai giudici il perché di quelle accuse false. Io ho provato in tutti i modi che mai e mai avrei toccato i miei figli” spiega Giuseppe. Che ha denunciato sua moglie anche per aver violato gli accordi imposti dal giudice in sede di separazione legale. Il viaggio all’estero.Da un anno e mezzo ormai l’ex moglie di Giuseppe e i suoi due figli sono all’estero. In Germania, precisamente. “Vorrei capire come ciò sia stato possibile dal momento che per l’espatrio dei miei ragazzi, per ottenere i documenti validi anche io avrei dovuto firmare. Serviva il mio consenso che non è mai stato ottenuto. Come fanno a stare all’estero? Perché i miei ragazzi vivono in Germania? Perché lo Stato italiano non mi tutela?” si domanda Giuseppe tra dubbi e rabbia. Motivo per il quale ha anche presentato esposto querela al commissariato di Castellammare chiedendo di indagare sul perché alla sua ex moglie sia stata consegnata una carta d’identità valida per l’espatrio ai due figli senza che lui avesse mai prestato consenso. Un filone che si aggiunge alla lunga lista di dubbi che secondo il marito e padre dei ragazzi andrebbero chiariti dalla magistratura. Gli assegni di mantenimento.“Io ho pagato sempre ciò che il giudice mi ha imposto di pagare. L’ho fatto per i miei figli e in base al mio reddito come dice la legge”. Giuseppe tiene stretta tra le mani quella cartellina blu. Dentro ci sono fotocopie, atti, documenti. C’è in sostanza la proiezione cartacea della sua vita. Anche le copie degli assegni che ha sempre inviato alla sua ex moglie. “Io li inviavo a un indirizzo del centro cittadino dove sapevo risiedessero. Poi ho verificato che quegli assegni venivano incassati in una filiale della banca nei pressi di Como. Dalla Germania, dove risiede la mia ex moglie, lei andava fino in Italia per cambiare quei soldi. E per non lasciare traccia che si era trasferita all’estero con i miei due bimbi, violando la legge”. Le parole di Giuseppe L’incidente.Ma una traccia, purtroppo, l’ha lasciata. Un anno fa, infatti, la donna è stata vittima di un incidente su una superstrada tedesca. Un bruttissimo frontale che l’ha vista ricoverata per diversi mesi in ospedale. “Io l’ho scoperto per caso – dichiara ancora il papà dei bimbi – quando qualcuno della sua famiglia mi ha chiamato dicendomi della cosa. Ma io voglio io miei figli. Voglio riaverli qui. Come sostiene la legge e una sentenza dello Stato italiano. Sono cittadino italiano, pago le tasse. Voglio essere rispettato. Come uomo, ma soprattutto come padre”.
Voce Uomo, a difesa dei padri:«Anche loro sono delle vittime»
Antonietta Montano è un avvocato che da tempo difende chi è impegnato in dolorose separazioni legali. A capo dell’associazione Voce Uomo, insieme al collega Maurizio Gradassi, difende anche e soprattutto gli interessi degli uomini che in vicende del genere finiscono, in alcuni casi, per essere parte lesa.Avvocato Montano, prima i padri erano sempre nell’immaginario comune i carnefici. Oggi si può dire che c’è un cambiamento di valutazione.“Ormai siamo nel 2019 e nella mia esperienza legale mi trovo spesso davanti a padri separati, uomini, mariti che possono essere vittime di violenze psicologiche. Senza nulla togliere a quella fisica, le cui vittime vanno rispettate sempre, c’è anche una violenza che non ha sesso, è unica. E l’idea che queste persone, cioè i padri, possano essere forma di violenza, resta ancora un tabù”.Quale è la reazione degli uomini davanti a queste situazioni?“Le vittime che siano papà separati, o in via di separazione o vessati dall’ex fidanzata, si isolano. C’è quasi vergogna a parlarne”.Spesso ci sono anche motivazioni economiche: padri che cadono in depressione, a cui vengono chiesti assegni di mantentimento, giustamente, importanti.“La cosa importante da sapere è che si tratta di un fenomeno trasversale, una piaga sociale. Non pensiamo solo ad operai o persone da basso reddito: anche imprenditori rischiano di finire in questo gorgo. Siamo nel paese in cui la donna è sempre donna e madre è sempre madre.Qualcosa sta cambiando?“Sto assistendo a decisioni equilibrate, che garantiscono uguaglianza. Perché anche se i matrimoni purtroppo finiscono, i figli hanno il sacrosanto diritto di avere un rapporto quantitativo e qualitativo uguale con entrambi i genitori”.Poi ci sono casi in cui dalla separazione si passa a conseguenze penali più gravi.“Tante volte nella separazione si sfocia in procedimenti penali incrociati o singoli. Credo che in queste situazioni legate a problematiche familiari è fondamentale il ruolo degli avvocati. Siamo missionari, dobbiamo essere avvocati dei bambini, per questo motivo contesto l’uso a volte strumentale delle denunce querele da parte di alcune mogli o anche dei mariti. Se le situazioni si possono risolvere in maniera conciliativa va perseguita questa strada. La normativa tende a prospettare un rimedio a tutte quelle situazioni di sovra indebitamento in cui un soggetto può incorrere, per tutta una serie di eventi che esulano dalla sua volontà: perdita di lavoro, malattie, crisi familiari. Spesso durante o dopo la separazione intentiamo questa procedura, che si chiama di esdebidazione”.