Napoli capitale delle start up. Ma non solo: a certificare questo sorprendente primato sono i numeri e i dati sulla produttività. Un piccolo record che si racchiude in due cifre: “cento” come le nuove piccole imprese finanziate dalla Banca di Credito Cooperativo di Napoli, “zero” come il livello di insolvenza e di esposizione debitoria a cui sono soggette. A sostenerlo è il presidente del consiglio di amministrazione della BCC, Amedeo Manzo, intervenuto in un recente convegno che si è tenuto a Gianturco presso la sede di Ali (Aerospace Laboratory Innovation): un risultato – sostiene Manzo – ottenuto dopo un processo di valutazione condotto da uno staff di giovani analisti. Pagano tutte, quindi tutte funzionano, producono mercato e soprattutto posti di lavoro. “La nostra banca – ha poi puntualizzato Manzo, già docente di didattica integrativa presso l’università Federico II – è stata la prima realtà italiana a scommettere nelle start up di Napoli e provincia, ne abbiamo finanziate cento sul territorio metropolitano. Ma la notizia appunto è il rischio zero di default. Il mercato del terzo millennio parla un linguaggio innovativo, soprattutto nel settore delle start up. Il nostro obiettivo è sempre stato il controllo totale della valutazione delle idee da promuovere grazie alla formazione di figure professionali specifiche. Purtroppo in altre realtà pubbliche c’è un livello insoddisfacente delle competenze dei funzionari amministrativi, che non sanno diversificare le proposte: un conto è apporre la propria firma per finanziare l’apertura di un semplice bar, un altro è capire e credere in progetti di alta tecnologia ed evitare che il 90% delle start up chiudano i battenti”.
Economia
29 gennaio 2019
In 5 anni finanziate cento start up nell’alta tecnologia, record napoletano