Dopo essere stata a lungo al centro di critiche, tanto che alcuni ne chiedevano l’abolizione, l’alternanza scuola lavoro vive oggi il suo “momento di gloria”:il rapporto Almalaurea e Almadiploma presentato oggi a Firenze, che ha riguardato quasi 85 mila diplomati del 2017 e del 2015, evidenzia che l’alternanza scuola-lavoro e gli stage, svolti durante gli studi o nel periodo successivo al diploma, esercitano un effetto positivo in termini occupazionali: chi ha svolto questo tipo di esperienza, rispetto a chi non lo ha fatto, ha il 40,6% in più di probabilità di lavorare; la probabilità è pari al 70,9% in più se si considerano le esperienze di stage svolte in azienda dopo il conseguimento del diploma. Il Rapporto evidenzia che alla vigilia della conclusione degli studi il 56% dei diplomati del 2017 dichiara che, potendo tornare indietro, sceglierebbe lo stesso corso nella stessa scuola, mentre il restante 43,9% compierebbe una scelta diversa.I diplomati meno convinti della scelta compiuta a 14 anni risultano quelli degli istituti professionali; i diplomati tecnici e ancora di più i liceali, risultano invece essere tendenzialmente i più appagati dalla scelta fatta. Ad un anno dal diploma, quasi il 70% si iscrive all’università mentre il20% si inserisce direttamente nel mercato del lavoro. I ragazzi che conseguono il titolo con una votazione più modesta tendono a presentarsi direttamente sul mercato del lavoro. Tra chi prosegue gli studi con l’iscrizione all’università, la motivazione principale è di natura lavorativa (68,2%). Ad un anno dal conseguimento del diploma, escludendo quanti sono impegnati in attività formative retribuite, risulta occupato il 35,5% dei diplomati del 2017; a tre anni dal titolo sono occupati il 45% dei diplomati. I diplomati che lavorano a tempo pieno (senza essere contemporaneamente impegnati nello studio universitario) guadagnano in media, a un anno dal diploma, 1.114 euro mensili netti. A tre anni dal conseguimento del titolo la retribuzione mensile netta dei diplomati è pari in media a 1.216 euro ed in generale i diplomati che lavorano sono soddisfatti dell’occupazione trovata. Tra i diplomati del 2017 iscritti all’università, la sceltasi è orientata soprattutto verso un corso di laurea nell’area economico-sociale (21,8%; è il 34,3% tra i tecnici), umanistica(19,5%; è il 33,1% tra i diplomati professionali), ingegneria o architettura (18,5%, valore che sale al 22,5% tra i tecnici) e scientifica (16,4%; 16,5% sia tra i liceali che tra i tecnici). Il Rapporto evidenzia che oltre al voto di diploma e la regolarità nel percorso scolastico, influenzano in modo rilevante la probabilità di proseguire gli studi anche il contesto socio-economico e culturale familiare. Fra i diplomati del 2017 appartenenti a contesti economicamente più favoriti è nettamente più frequente l’iscrizione all’università (81,6%rispetto al 52% dei giovani provenienti da famiglie meno favorite). Anche il titolo di studio dei genitori influenza le scelte formative dei giovani. A un anno dal titolo, però, per il14,8% dei diplomati la scelta universitaria non si è dimostrata vincente: gli abbandoni coinvolgono il 3,7% dei liceali, l’11%dei tecnici e addirittura il 22,2% dei diplomati professionali.
CRONACA
30 gennaio 2019
Con alternanza e stage il 40% in più di chance di trovare lavoro