Da piccola la prendeva in braccio. La stringeva forte al petto per farla volare simulando un volo in aeroplano. Lei rideva e si divertiva. Come ogni piccola che gioca con suo nonno. Insieme trascorrevano intere giornate e ogni volta che sua madre andava a riprenderla lei piangeva. Perché con nonno Michele stava bene. Ma poi è cresciuta e qualcosa è cambiato.Nonno Michele non la guardava più con quegli occhi di ammirazione e di dolcezza come accade in quel rapporto speciale che si crea tra nonni e nipoti. Al contrario: con uno sguardo malato, di chi scruta in modo perverso una donna che tanto desidera. Poco importa se ha 16 anni ed è sua nipote. Una storia che diventa squallida e agghiacciante. I sui occhi sgranati davanti alla piccola indifesa, che ha subito e alla fine è crollata.Una, due, tre volte, fino alla confessione che ha fatto alle amiche. Non è riuscita a tenere il peso dentro di sé, si è arresa vomitando le violenze e tutte le sue paure davanti alle compagne di classe. Ha raccontato tutto: le mani sul suo corpo, la bocca serrata per la paura, le lacrime ogni volta che l’orrore tornava. «Nonno mi violentava», ha detto con le mani sul viso e in lacrime nel bagno della scuola.
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