NAPOLI – Proseguono le indagini della Procura della Repubblica di Napoli Nord e della Squadra mobile di Napoli sulla vicenda del bimbo di sette anni ucciso a botte dal patrigno a Cardito, in relazione alle presunte responsabilità della madre della vittima. Al momento la donna non è indagata ma gli accertamenti sul suo ruolo il giorno della tragedia continuano. La donna si è difesa dicendo che quel giorno sarebbe rimasta paralizzata di fronte alle violenze del compagno, incapace di muoversi. Gli inquirenti stanno cercando di scoprire anche eventuali responsabilità della scuola frequentata dal piccolo; sarebbe emerso infatti che il bambino si era presentato in classe con dei lividi, ma nessuno ha segnalato la cosa alle autorità. Sarebbero questi gli ultimi aspetti della tragica vicenda da chiarire, visto ormai definita la responsabilità del patrigno Toni Essoubti Badre, in carcere per l’omicidio del bambino e per il ferimento della sorellina di otto anni.
CRONACA
6 febbraio 2019
Bimbo di 7 anni ucciso: si indaga anche sulle mancate segnalazioni