Quattro anni e due mesi all’ex presidente Roberto Casari, un anno e quattro mesi a Massimo Ferrandino, un anno e due mesi all’ex dirigente Nicola Verrini, due anni al’ex consulente Francesco Simone, un anno e due mesi a Maurizio Rinaldi, altro ex dirigente. È questa, dopo 39 udienze, la sentenza di primo grado pronunciata questo pomeriggio in tribunale a Modena per il processo sulla corruzione nell’ambito della metanizzazione dell’isola di Ischia, nel Napoletano che ha visto coinvolti gli ex vertici del colosso cooperativo modenese Cpl Concordia. Le indagini, coordinate dai pm Marco Niccolini e Pasquale Mazzei, avevano ipotizzato un’associazione a delinquere, ipotesi caduta, e anche altri reati di natura fiscale.
Procura di Modena: accolta la nostra prospettazione
“Il tribunale di Modena, all’esito di un lavoro paziente e complesso, ha emesso una sentenza che ha interpretato le risultanze processuali secondo la prospettazione della Procura di Modena che, investita per competenza del fascicolo relativo ai lavori di metanizzazione nell’isola di Ischia, ha letto le risultanze e ha svolto ulteriore e significativa attività di indagine, prospettando ai giudici precise ipotesi di reato che hanno ricostruito la complessa vicenda”. E’ il commento del procuratore di Modena Lucia Musti alla sentenza di primo grado del processo sulla metanizzazione di Ischia agli ex vertici di Cpl Concordia. All’uscita dal tribunale, Roberto Casari, ex presidente condannato a quattro anni e due mesi, non ha risposto alle domande dei giornalisti, limitandosi a dire che “le sentenze si rispettano, ma di certo non posso dirmi soddisfatto”.