Torre del Greco. Un’ora di discussione davanti ai giudici dell’ottava sezione penale della corte d’appello di Napoli per provare a smantellare il castello accusatorio su cui la procura di Torre Annunziata ha costruito le richieste di applicazione di una misura cautelare per gli undici indagati finiti sotto i riflettori della magistratura per l’appalto per le luminarie di Natale del 2015 a Torre del Greco.
Sono ore di attesa e speranza per l’ex assessore ai lavori pubblici Luigi Mele, il «nome eccellente» dell’inchiesta condotta dal pubblico ministero Rosa Annunziata, iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di turbativa d’asta: l’ex fedelissimo di Ciro Borriello rischia il divieto di dimora in Campania, ovvero l’esilio fuori regione.
Una richiesta già avanzata dal pubblico ministero Rosa Annunziata alla vigilia di Natale del 2018 e «bocciata» dal gip del tribunale di Torre Annunziata: un «no» capace di innescare il ricorso della titolare del fascicolo, convinta della necessità di applicare – a dispetto degli anni trascorsi dai fatti – una misura cautelare agli indagati.
Insieme a Luigi Mele, infatti, sono finiti in aula quattro funzionari del settore urbanistica del Comune e sei imprenditori specializzati in luminarie e impiantistica.
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