Torre del Greco. La raccolta dei rifiuti procede a ritmo serrato lungo le strade e all’interno delle isole ecologiche presenti su tutto il territorio cittadino, ma dieci anni di ombre e sospetti sul business Nu all’ombra del Vesuvio non possono essere cancellati dall’affidamento diretto del servizio di igiene urbana alla ditta Buttol di Sarno. Anzi, proprio la contestata procedura adottata dal sindaco Giovanni Palomba al termine di un «travaglio» lungo sei mesi sarà il punto di partenza del dossier preparato da Vincenzo Salerno e Santa Borriello – i due consiglieri comunali d’opposizione eletti con il M5S – e destinato a finire alla prefettura di Napoli e alla sezione giurisdizionale per la Campania della corte dei conti. Chiamate – ciascuna per le proprie competenze – a verificare gli eventuali profili di illegittimità delle procedure adottate dal Comune di Torre del Greco a partire dal 2007, l’anno in cui cominciò il primo mandato da sindaco di Ciro Borriello.
L’affondo dei grillini
Archiviata la questione del tormentato passaggio di cantiere tra il consorzio Gema di Pagani – uscito vincitore dalla gara d’appalto promossa dalla precedente amministrazione comunale – e la ditta Buttol di Sarno a cui il sindaco Giovanni Palomba ha affidato la raccolta dei rifiuti per i prossimi sei mesi, i pentastellati di palazzo Baronale hanno deciso di scrivere al prefetto Carmela Pagano e ai magistrati contabili della corte dei conti «per ripercorrere le tappe di un calvario capace di fare precipitare la città nell’incubo dell’igiene urbana e fissare i momenti-chiave della vicenda – spiega Vincenzo Salerno – in modo da fare piena luce sull’intera questione». Una questione in cui non mancano coni d’ombra e rebus irrisolti, a dispetto del «dispiegamento di forze politiche» messo in campo per risolvere un’emergenza senza precedenti a Torre del Greco: «Due piani industriali, un commissario straordinario, due sindaci, tre assessori e tre dirigenti in meno di 24 mesi sono numeri su cui è necessaria qualche riflessione per capire se si poteva intervenire diversamente per risolvere la crisi Nu in tempi rapidi – il ragionamento dei grillini del Comune -. La nostra città merita non solo di uscire dal baratro dell’emergenza igienico-sanitaria, ma di avere risposte certe sugli eventuali responsabili e sulle ragioni di tale scempio».
La gogna mediatica
D’altronde, a partire dal mese di agosto del 2017, la quarta città della Campania è salita ripetutamente agli «onori» delle cronache nazionali per le vicende legate al settore Nu. Prima lo scandalo degli arresti, con l’ex sindaco Ciro Borriello finito in manette insieme ai vertici della ditta Fratelli Balsamo perché accusato di intascare mazzette da 20.000 euro al mese. Poi i dieci mesi da incubo vissuti sotto la guida del commissario straordinario Giacomo Barbato, quando le telecamere della Rai portarono in tutta Italia lo scempio dell’ex pinetina donata da Enrico De Nicola alla città. Infine, le figuracce messe in fila dall’attuale primo cittadino Giovanni Palomba davanti a Luca Abete – inviato di Striscia la Notizia – e ai giornalisti di Canale 5. «Mortificazioni del genere sono inaccettabili per Torre del Greco, in passato conosciuta in tutto il mondo per il proprio patrimonio artistico-culturale e oggi associata alla monnezza – incalzano Vincenzo Salerno e Santa Borriello, subentrata all’ingegnere specializzato in biodiversità Luigi Sanguigno tornato in tempi record in Inghilterra dopo il flop alle urne – Perciò abbiamo deciso di inviare al prefetto di Napoli una dettagliata relazione sugli eventi degli ultimi anni in termini di nettezza urbana. Successivamente presenteremo un’ulteriore relazione destinata alla corte dei conti della Campania perché mesi di cattiva gestione della raccolta differenziata pesano esclusivamente sulle economie dei contribuenti chiamati a coprire i costi del servizio Nu. è fondamentale verificare che non ci siano, invece, responsabilità da imputare agli amministratori. I cittadini meritano soluzioni e risposte».
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