CASTELLAMMARE DI STABIA – Un vaso di epoca romana raffigurante «carrozze con cavalli e donne nude» donato dal boss Vincenzo D’Alessandro, figlio del padrino defunto della cosca Michele, a un imprenditore di Castellammare di Stabia. Un reperto di valore inestimabile finito nelle mani della camorra attraverso alcuni costruttori che avevano contatti con i tombaroli. A svelare questo incredibile retroscena è il pentito Renato Cavaliere, ex killer del clan di Scanzano ora collaboratore di giustizia. La rivelazione è contenuta nei verbali depositati agli atti di Tsunami, la maxi-inchiesta sul clan D’Alessandro che ha portato nel mese di gennaio alla notifica di 29 avvisi di conclusione indagine. La Dda nelle settimane scorse ha calato l’asso, depositando i verbali finora secretati di cinque pentiti. E tra questi figura proprio quello di Renato Cavaliere, che parlando di estorsioni messe a segno ai danni di imprenditori di Castellammare di Stabia
Tiziano Valle
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