TORRE ANNUNZIATA – Prima l’abbraccio con l’amico e collega Pierpaolo Filippelli, il procuratore aggiunto che è stato al suo fianco nella guerra tra lo Stato e la camorra. Poi la fitta chiacchierata con il suo mentore, il presidente del tribunale Ernesto Aghina. Raffaele Cantone, il numero uno dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, a Torre Annunziata è di casa. E tra qualche mese potrebbe diventarlo in pianta stabile. Quando, cioè, il Consiglio Superiore della Magistratura deciderà quale ufficio di procura affidargli al termine del suo mandato all’Anac. Le richieste sul tavolo sono 3: Perugia, Frosinone e Torre Annunziata. Se la ragione spinge verso il capoluogo umbro – che ha un ruolo centrale nella geografia della giustizia italiana – il cuore, invece, pende verso l’ombra del Vesuvio. E a dirlo, poco prima dell’apertura del convegno sulla corruzione organizzato nell’aula Siani del palazzo di giustizia, è proprio il diretto interessato. «Ovviamente mi farebbe piacere. Torre Annunziata, per me, rappresenterebbe un ritorno nella mia terra, alle mie origini. Ma aspetto con serenità la decisione del Csm», ripete Cantone tradendo, però, un minimo di emozione.
Ciro Formisano
https://www.youtube.com/watch?time_continue=2&v=cWFmV_SSe4Q
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