«Sento ancora quel rimbombo nella mente e avverto ancora quella terribile sensazione di cadere nel vuoto. Ero sicuro di quella impalcatura, l’ho ancorata io». Un incubo che Giuseppe Alfano, 46 anni di Pompei, non riesce a dimenticare a 24 ore di distanza dall’incidente. «Siamo salvi per miracolo, ho ricordi frammentari dei drammatici momenti», Giuseppe prova a ricostruire quegli attimi che potevano essere fatali, per lui e il collega Antonio F., 30 anni di Ercolano e ritornato a casa già ieri. A restare impresso nella mente dell’operaio di Pompei è un rumore, quello che ha annunciato il crollo. Oggi Giuseppe Alfano sarà finalmente dimesso e potrà ritornare a casa, dopo 2 giorni di ricovero nel reparto Chirurgia dell’ospedale di Castellammare di Stabia. Gli occhi di Giuseppe sono lucidi, lui cerca di farsi coraggio e farlo alla moglie che gli è accanto. Al collo dell’operaio c’è una vistosa una corona del Rosario, in legno. Giuseppe tiene stretta la croce e prova a dare un senso a quelle ferite che sono evidenti sul suo corpo. Contusioni su braccia e gambe e una benda sul lato destro del collo, che nasconde 5 punti di sutura.
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