SAN GIUSEPPE VESUVIANO – Il fiuto per gli affari Luigi Batti ce l’aveva nel sangue. Lui, insieme ai fratelli, aveva realizzato un impero grazie ai traffici di sostanze stupefacenti. Un castello enorme che si reggeva sui quintali di polvere bianca distribuiti negli anni nelle piazze di spaccio tra Terzigno, San Giuseppe Vesuviano e Ottaviano, territorio in cui l’organizzazione poteva muoversi liberamente versando una quota degli incassi al clan Fabbrocino. Ma quel triangolo di terra all’ombra del Vesuvio ai trafficanti milanesi stava stretto, troppo. Tanto che c’era un piano, nella mente dei componenti della famiglia, e soprattutto di Luigi, vero imprenditore della droga, che mirava ad ampliare il raggio d’azione entro cui il clan avrebbe fatto affari.
Andrea Ripa
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