La tornata delle elezioni amministrative conclusa nella notte con i ballottaggi mostra come oggi non ci siano più “feudi” inviolabili o sentieri invalicabili da nessuna forza politica. E segna un pareggio tra Lega e Centrosinistra, un 7 a 7, con l’unica eccezione dei pentastellati che si prendono Campobasso. Ferrara che dopo 69 anni di egemonia cattolica e di sinistra viene espugnata dalla Lega e Rovigo dove Edoardo Gaffeo del centrosinistra è riuscito in un recupero in territorio leghista che ha del miracoloso, mostrano come ogni angolo del Paese sia oggi contendibile. Lo dice anche il destino di Piombino, città siderurgica per eccellenza, che scelto un sindaco di centrodestra, Francesco Ferrari. O Livorno “la rossa”, tornata disinvoltamente, dopo cinque anni di governo pantastellato, ad un vasto arco di forze a guida Pd. A decidere sempre più spesso l’esito delle partite sono le liste civiche, vero ago della bilancia. Il voto amministrativo di questa tornata elettorale dimostra anche come il Pd sia riuscito a recuperare consensi tornando competitivo e a mantenere alcune città tradizionalmente “rosse” ma che laddove doveva reggere l’onda d’urto della spinta leghista ha ceduto: è il caso, oltre a Ferrara, di Forlì, Pavia, Vercelli, Biella, Pescara, tutte passate dal centrosinistra al centrodestra. Potenza, poi, è il primo capoluogo di Regione del Sud ad eleggere un sindaco leghista, Mario Guarente. Complessivamente è di 12 a 12 il bilancio finale di questa tornata elettorale nei 25 capoluoghi di Regione e di Provincia chiamati al rinnovo tra il 26 maggio e la giornata di ieri. Sono infatti 12 i comuni che governerà il centrodestra: Vibo Valentia, Foggia, Perugia, Potenza ed Ascoli Piceno, dove sono state confermate amministrazioni di centrodestra, a cui si aggiungono Ferrara, Forlì, Pavia, Pescara, Vercelli, Biella strappate dal centrodestra al centrosinistra. Il Pd a sua volta riesce a confermare le poltrone di sindaco a Firenze, Bari, Bergamo, Reggio Emilia, Modena, Pesaro, Prato, Cremona, Lecce. Strappa Rovigo alla Lega e Livorno ai Cinque Stelle. Avellino viene conquistata da Gianluca Festa sostenuto da liste civiche di centrosinistra. Infine Campobasso, unico capoluogo dove M5S correva insieme a Livorno per la poltrona a sindaco, i pentastellati vincono al secondo turno con Roberto Gravina autore di una forte rimonta. I ballottaggi di questa notte modificano i colori della cartina geografica del potere locale: se tradizionalmente in Italia eravamo abituati ad amministrazioni comunali saldamente controllate dalle forze di centrosinistra ora sui 108 comuni capoluogo siamo ad un pareggio: una cinquantina sono governati dal centrodestra, altri 50 dal centrosinistra, i rimanenti da Partito sardo d’Azione, M5s (5) e liste civiche. Tra le curiosità da segnalare tra le sfide di ieri, il caso di Ribordone, nella città metropolitana di Torino, dove al ballottaggio si è registrato un nuovo clamoroso pareggio tra i due sfidanti: per legge in questi casi vince il più anziano; è stato quindi confermato il sindaco uscente Bellardo Gioli, classe 1944. E poi le polemiche per lo striscione della Lega messo su quello in onore di Giulio Regeni a Ferrara o il corteo di ambulanze che ah salutato l’elezione a Paestum di Franco Alfieri, il “sindaco delle fritture”, celebre anche per un audio in cui il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca lo invitava ironicamente a raccogliere voti anche offrendo ‘fritture di pesce’.
politica
10 giugno 2019
7 a 7, è pareggio lega-Centrosinistra. Campobasso a M5S