Resta e rinnova? O va via? Due anni dopo il caos sul contratto e il rinnovo tormentato forse ci risiamo. Ma adesso senza veleni. C’è una certezza: è un tifoso rossonero da bambino e spera di continuare a giocare per la sua squadra del cuore. Per Gigio Donnarumma è un’altra estate decisiva. Il portierone del Milan è di nuovo al centro del mercato. Perché il Psg dello sceicco Al Khelaifi, grazie pure all’arrivo dell’ex ds rossonero Leonardo, stavolta si è fatto avanti con un’offerta che però il Milan ha già rispedito al mittente perché giudicata assolutamente insufficiente. No allo scambio con il portiere Areola (valutato dai parigini 30 milioni di euro) con un conguaglio di 20 milioni. Un’operazione da complessivi 50 milioni, che si sarebbe forse potuta concludere entro ieri se il Milan avesse avuto necessità di fare una plusvalenza entro il 30 giugno, il giorno di chiusura dei bilanci. Una deadline che coincide con trattative alquanto strampalate per rientrare nei paletti del fair play finanziario e mettere in ordine i conti. Ma con l’esclusione dall’Europa League del Milan e questa sorta di “condono” sulle violazioni finanziarie degli ultimi trienni in virtù dell’accordo vidimato dal Tas, ora i rossoneri non hanno immediata necessità di far cassa visto che per tempo dovranno stipulare un possibile settlement agreement. Così possono dettar legge nella trattativa con il Psg, destinata forse a proseguire con ben altre valutazioni (il Milan vuole almeno 60 milioni). C’è una certezza: Leonardo, prima dell’intesa Uefa, ci aveva provato. Ma il blitz è sfumato.Se da una parte Donnarumma vuole restare al Milan, dall’altra il club non lo ritiene più incedibile. Non perché reputi Gigio non all’altezza della situazione. Tutt’altro. Se potesse il Milan lo confermerebbe vita natural durante. Ma il calcio ai tempi del fair play finanziario dice altro. Dice che il portiere di Castellammare di Stabia è un potenziale sacrificio per avviarsi verso l’obiettivo del pareggio di bilancio che impone l’Uefa: un traguardo da raggiungere in caso di futura qualificazione in Champions o Europa League dei rossoneri incrementando i ricavi, liberando il monte ingaggi (Donnarumma incassa 6 milioni di euro netti l’anno) e facendo cessioni e plusvalenze. Il Milan ha fatto già sapere a Donnarumma che qualora arrivasse l’offerta giusta potrebbe partire. Ma ha anche chiarito che non è obbligato a venderlo subito (il mercato chiude il 2 settembre) e che magari, per strani incastri, Gigio potrebbe addirittura continuare al Milan. A patto però che già in quest’estate i rossoneri concludano cessioni che possano coprire sia il valore del cartellino della mancata partenza di Gigio (60 milioni) che lo stipendio di Donnarumma (6 milioni). Gli indizi vanno su Suso e Cutrone.E’ questa l’unica chance per poter proseguire nel matrimonio. A cui è condizionata un’altra necessità: il rinnovo. Il suo contratto scade nel 2021 e, senza prolungamento, tra un anno si rischia di assistere a una malaugurata cessione a prezzo di saldo visto il pericolo di perderlo a parametro zero (e la Juventus già lo monitora a distanza).La situazione si schiarirà a breve. Si profila un summit tra il dt rossonero Maldini, il Cfo Boban, il neo ds Massara e Mino ed Enzo Raiola (da ieri a Milano), i due cugini procuratori di Gigio: in questa sede si definirà il futuro di Donnarumma. Si parlerà pure del contratto: Gigio non ha affatto preclusioni sul rinnovo ma senza intesa sul nuovo contratto la cessione sarà obbligata. Da capire se Donnarumma possa firmare un’estensione a cifre almeno uguali a quelle di oggi (altro nodo).Gigio è sereno: dopo il matrimonio del fratello Antonio a Massa Lubrense, è in Sardegna a godersi le vacanze attendendo un verdetto definitivo su ciò che sarà. Stavolta restare al Milan non dipende (solo) da lui.
Salvatore Dare