Ercolano. Strada trasformata in discarica, incubo epidemie in via Fossogrande: esplode la protesta degli abitanti del quartiere, chieste le dimissioni del sindaco Ciro Buonajuto. La crisi Nu all’ombra degli Scavi si aggrava giorno dopo giorno, con rioni sepolti sotto il peso della spazzatura e discariche a cielo aperto in ogni angolo di Ercolano. L’ultima rivolta per le condizioni igienico-sanitarie in cui è ridotta Ercolano arriva da via Fossogrande, in periferia.
Lì ci sono gli alloggi popolari – in tutto 36, con circa 60 residenti – costantemente con le finestre chiuse, a dispetto delle temperature alle stelle, a causa della spazzatura lasciata in strada e ai roghi tossici innescati dai piromani dei rifiuti. Senza trascurare l’emergenza legata a topi e blatte, diventati padroni del quartiere. I bambini camminano con le mani davanti al naso e la bocca per evitare di respirare l’aria tossica, mentre nessuno prende provvedimenti per uscire dalla crisi.
Uno scenario drammatico sotto tutti i punti di vista, perché la strada in questione è realmente diventata una sorta di sito di stoccaggio illegale: non solo dei rifiuti provenienti direttamente dal rione, ma anche da Portici e dal centro di Ercolano. Il risultato è terrificante, perché c’è una puzza di marcio e putrefazione che si avverte già a centinaia di metri dalla strada e poi, ovviamente, ci sono gli alloggi popolari che affacciano proprio sulla discarica dei veleni. La strada è frequentata da bambini e anziani, donne incinte e malati di asma e varie patologie cardiache e respiratorie. Con il caldo la spazzatura rilascia un odore nauseabondo che rende difficile perfino dormire la notte.
Una serie di criticità largamente sufficienti per fare scattare le accese polemiche: «Il sindaco si deve dimettere, qui ci stiamo ammalando – spiega Gennaro, residente di via Fossogrande -. E’ uno schifo senza fine, dobbiamo usare le mascherine e i bambini non possono neanche giocare. Mi vergogno di essere di Ercolano e mi vergogno di essere rappresentato dagli attuali politici: andiamo in Comune tutti i giorni da quattro mesi per chiedere aiuto, ma non succede mai niente e abbiamo anche pagato, caro e amaro, la Tari». La rivolta è capeggiata da una mamma con i bambini, pronta a fare emergere un vero e proprio dramma: per non fare respirare il fetore ai figli, copre il volto dei suoi piccoli con un panno e chiede aiuto all’amministrazione comunale: «Non possiamo respirare, dormiamo con le finestre chiuse – ribadisce Maria – abbiamo paura della blatte e dei topi, ci sono centinaia di insetti e animali: c’è un’invasione».
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