Ercolano. Chiude l’inceneritore di Acerra e l’ennesima crisi rifiuti costerà ulteriori 340.000 euro ai contribuenti di Ercolano, chiamati a pagare «dazio» per il sito di stoccaggio provvisorio individuato dall’amministrazione comunale targata Ciro Buonajuto per arginare l’emergenza. Insomma, alla beffa di un servizio Nu da incubo si aggiungerà la beffa del salasso-bis dopo la stangata della Tari 2019. Ma – proprio come aveva annunciato nelle scorse settimane il sindaco Ciro Buonajuto, arrivato a invocare la Madonna per uscire dal tunnel – la situazione diventerà praticamente insostenibile a settembre, quando sarà chiuso – così come annunciato dal governatore della Regione, Vincenzo De Luca – l’inceneritore di Acerra, dove il Comune conferisce i propri rifiuti.
Una chiusura capace di mettere spalle al muro la squadra di governo cittadino, chiamata a trovare una soluzione-tampone al problema. Infatti, il sindaco e gli assessori hanno individuato una strategia per frenare la crisi e cercare di dare lustro alla città nei mesi più critici del prossimo autunno, quando sarà chiuso l’inceneritore di Acerra. Ma la soluzione costerà cara ai cittadini. Per l’esattezza intorno ai 340.000 euro che peseranno sulla prossima bolletta della Tari a carico dei contribuenti.
In sostanza questi soldi servono per aprire un sito di stoccaggio provvisorio in attesa che la Regione Campania risolva i problemi in provincia di Napoli: la giunta comunale – in assenza del primo cittadino, ancora in ferie – ha individuato l’ex cantiere Multiecoplast come sito di stoccaggio provvisorio per la città degli Scavi. Per mettere a segno questa manovra mirata a evitare che Ercolano diventi letteralmente una discarica a cielo aperto, l’ente dovrà spendere un tesoretto che servirà, a vario titolo, per pagare i costi di smaltimento extra come il trasporto dei rifiuti allo stir provvisorio, nonché il compenso al gestore, che si occuperà della nuova area di stoccaggio.
Il sito è appunto l’ex cantiere sequestrato anni fa alla camorra e che adesso troverà utilità accogliendo i rifiuti urbani di Ercolano almeno – come ha indicato il governatore – per 30/40 giorni, il tempo necessario per normalizzare la situazione degli Stir in Campania, o almeno così si spera. Insomma, il Comune si prepara ad andare incontro alla parte più “violenta” della crisi rifiuti, quella che si verificherà nei prossimi giorni quando l’inceneritore di Acerra sarà chiuso.
Ma per quando arriverà il giorno, occorre farsi trovare preparati e da qui, la necessità di allestire il sito di stoccaggio provvisorio. Tuttavia, la manovra della giunta targata Ciro Buonajuto è destinata a creare non pochi malumori tra i contribuenti, già comprensibilmente sul piede di guerra per le condizioni in cui versa Ercolano da diversi mesi. Malumori che saranno scaturiti in particolare, proprio da un nuovo aumento in bolletta relativo ai rifiuti e che, si aggiungerà alla stangata già ricevuta tra gennaio e febbraio, quando si è verificato un primo aumento della Tari proprio in corrispondenza dell’inizio della crisi Nu.
Dunque adesso il dado sembrerebbe essere tratto: non appena si avrà il via libera, i compattatori della Buttol inizieranno a conferire i rifiuti urbani direttamente nell’ex cantiere sequestrato alla camorra, senza doversi più spostare a Napoli. Dopodiché il sito di stoccaggio – non appena ristabilito l’ordine degli Stir della Campania – verrà svuotato ed eventualmente «smantellato» e bonificato. Ma chiaramente queste saranno operazioni molto costose e già pronte a gravare sui portafogli di chi continua a pagare la tassa sui rifiuti, ma resta sommerso dalla spazzatura.
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