Torre del Greco. Una gara da 2,4 milioni di euro andata deserta, un incarico-bis al «luminare» dei rifiuti caro a Giovanni Palomba e ai suoi alleati, lo spettro di un ulteriore salasso sulla tassa Nu. Prende il via sotto una cattiva stella il percorso tracciato dalla carovana del buongoverno uscita vincitrice dal ballottaggio del 24 giugno 2018 per introdurre il servizio «porta a porta» al posto delle isole ecologiche volute dall’ex sindaco Ciro Borriello. Perché il piano industriale approvato lo scorso dicembre in consiglio comunale già comincia a imbarcare acqua e necessita di «urgenti modifiche» al quadro economico e ai relativi costi.
Il flop di agosto
Tutto è legato a una «costola» del piano industriale presentato da Antonino Di Palma e approvato dalla maggioranza targata Giovanni Palomba. Ovvero, alla gara d’appalto per il conferimento presso un impianto autorizzato di alcune tipologie di rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata sul territorio: un bando da 2,4 milioni di euro, promosso già a fine marzo 2019 attraverso un provvedimento firmato dall’ingegnere Generoso Serpico – dirigente dell’unità operativa nettezza urbana dell’ente di palazzo Baronale – e inizialmente in scadenza a luglio. Quando, alla luce dello «scarso interesse» manifestato dalle ditte del settore, i termini per la presentazione di eventuali offerte furono prorogati al 2 agosto. Inutilmente. Al «suono del gong» nessuna busta è arrivata al protocollo del Comune, con conseguente presa d’atto di «gara deserta». Uno stop capace di innescare un meccanismo destinato a scatenare nuove polemiche e ombre a palazzo Baronale: a tre settimane dal flop, infatti, l’amministrazione comunale si è vista «costretta» a conferire un secondo incarico all’architetto Antonino Di Palma per l’aggiornamento e l’adeguamento del quadro economico e relativi costi del piano industriale per la raccolta dei rifiuti. Secondo le linee decise dal dirigente Claudia Sacco – nominata responsabile dell’unità a progetto per la gestione dei rifiuti – l’architetto della penisola sorrentina dovrà rimodulare il progetto approvato a dicembre sulla scorta del flop della gara d’appalto da 2,4 milioni. Il tutto dietro pagamento di circa 1.300 euro, in aggiunta ai soldi già «investiti» dall’amministrazione comunale all’epoca del primo incarico.
I tempi e i costi
Verosimilmente, il piano «rivisto e corretto» dovrà essere poi approvato prima in giunta e poi in consiglio comunale. Dunque, difficilmente il servizio di raccolta porta a porta potrà essere avviato entro fine settembre – alla scadenza del contratto di sei mesi firmato con la ditta Buttol, in ogni caso vincitrice solitaria del nuovo maxi-appalto – come garantito dall’amministrazione comunale. Non solo: il riconteggio dei costi porterà inevitabilmente a un aumento dei 13,5 milioni di euro inizialmente previsti per la raccolta Nu e conseguentemente a un ulteriore rincaro della Tari dopo il 7% già «certificato» alla fine dello scorso anno.
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