Nello scontro tra titani, gli Usa del presidente Donald Trump e l’Unione europea, divisi dalla disputa davanti al Wto sugli aiuti ad Airbus, è il settore agroalimentare, soprattutto quello italiano, a rischiare di pagare un conto salato. “E’ paradossale – sottolinea il presidente di Coldiretti Ettore Prandini – che l’agroalimentare made in Italy rischi di essere il settore più colpito nonostante risulti completamente estraneo alla querelle correlata ad un progetto franco tedesco, a cui si sono aggiunti Spagna e Gran Bretagna. Una scure che colpisce peraltro un momento d’oro oltreoceano per le produzioni italiane: negli Usa, con un balzo del +8,3% nei primi otto mesi del 2019, il Made in Italy – sottolinea la Coldiretti – è cresciuto fino ad ora più del doppio rispetto al mercato mondiale dove l’incremento è stato del 3,4%”. Per il nostro food&wine gli Stati Uniti sono il principale mercato di sbocco fuori dai confini europei. La nuova lista di prodotti europei da colpire, con aumenti di tariffe fino al 100%, rischia di frenare pesantemente la crescita del Made in Italy su quel mercato top.
Solo per il sistema Grana Padano il danno è quantificabile in circa 270 milioni di euro. Il presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentari Giorgio Mercuri ricorda che “il mercato statunitense assorbe circa il 30% dell’export agroalimentare italiano diretto ai Paesi Extra Ue (che ammonta a 14,5 miliardi). Ora si temono perdite ingenti alle esportazioni di tutte le nostre produzioni di formaggi Dop (Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Pecorino, Asiago) e rischierebbe di avere ripercussioni su tutte le esportazioni italiane negli Usa, che ammontano a 4,2 miliardi di euro, colpendo prodotti come vino, salumi, olio d’oliva, pomodori e pasta”. “L’Italia – è il grido d’allarme del presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti – rischia di essere tra i Paesi più colpiti dai dazi Usa. Il Made in Italy è un marchio vincente ma viaggiamo al di sotto delle nostre potenzialità. Abbiamo assoluto bisogno di mercati aperti e di libera concorrenza”. Giansanti ha ricordato che, con un fatturato che supera i 140 miliardi di euro, quello alimentare è il secondo settore manifatturiero in Italia e che circa un quarto del fatturato deriva dalle esportazioni, aumentate del 25% nel periodo 2013-2018. Il ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova ha chiesto, in una lettera al premier Giuseppe Conte e al ministro degli Esteri Luigi Di Maio che sia “tutto il governo a muoversi per provare a sminare questa situazione che mette in serio pericolo posti di lavoro, imprese, famiglie di interi territori”.