POMPEI – A pochi mesi dall’allarme lanciato dal Viminale, che impartì nuove direttive finalizzate anche a «evitare il rischio emulazione» dopo la strage nei luoghi di preghiera in Nuova Zelanda, con tanto di maggiori controlli disposti dal Ministero dell’Interno anche a Pompei, la città che in meno di due chilometri raccoglie milioni di turisti tra il parco archeologico di Villa dei Misteri e il Santuario di piazza Bartolo Longo, è stato redatto un nuovo piano sicurezza. Parte dagli Scavi di Piazza Anfiteatro in fase di sperimentazione ma, in caso di risultati ottimali, sarà esteso pure a Porta Marina e Piazza Esedra.
Il progetto prevede che gli accessi al sito archeologico tra i più visitati in Italia diventano come quelli degli aeroporti: già da oggi il checkpoint situato rafforzerà il sistema di sicurezza. Come? I turisti si troveranno davanti un dispositivo di controllo, con tanto di assistenza di vigilanza armata, per la rilevazione di eventuali materiali pericolosi. Poi, un secondo punto di controllo passerà a scansione il bagaglio e appositi macchinari effettueranno controlli radiogeni sui visitatori. Contemporaneamente sarà rafforzato anche il servizio di guardaroba per permettere il deposito obbligatorio dei bagagli più voluminosi. Ed ancora: al fine di velocizzare l’ingresso dei visitatori al sito, il servizio di biglietteria sarà ampliato con nuove apposite apparecchiature self service per permettere l’acquisto automatico dei ticket di ingresso. Un sistema di sicurezza sofisticato che impedirà ai turisti anche l’ingresso di materiali vietati. Fece scalpore, soltanto pochi mesi fa, l’utilizzo di un drone tra le domus.
Al di là dei miglioramenti, c’è chi però teme rallentamenti tra i visitatori in coda agli ingressi, complici le tante verifiche da effettuare. «I musei si sono già adeguati alla necessità di assicurare dei controlli accurati ai turisti – riflette Ettore Cucari, presidente Fiavet Campania – Il problema per Pompei è che, rispetto ai musei, il sito fa numeri molto più alti e anche le visite richiedono più tempo. Con un solo metal detector credo che i disagi non mancheranno. Ma hanno fatto bene a partire in questi giorni di bassa stagione. Solo che avrebbero dovuto consultare le categorie del settore. Mi sembra strano che siano partiti senza farci sapere niente, quanto meno avrebbero potuto consentire ai tour operator di organizzare i propri gruppi turistici, con orari scaglionati. Se i tempi si allungano troppo, ad esempio, per i crocieristi significherà rinunciare alla visita agli Scavi, perché non riusciranno più a effettuarla. Vediamo, domani, le guide turistiche cosa ci racconteranno di questa prima esperienza. Comunque, se hanno previsto tre macchinari, credo che presto si ritroveranno a doverne programmare almeno sei».
Il coordinatore regionale della Cisl Fp Mibac, Antonio Pepe, ricorda che già nel dicembre dello scorso anno, in merito alla riorganizzazione necessaria per effettuare i controlli agli ingressi del Parco Archeologico di Pompei, i sindacati chiesero un tavolo di trattativa per ottenere l’affidamento dei controlli al personale del Mibact, «ai quali è attribuita la qualifica di agente di pubblica sicurezza per l’osservanza delle leggi sulla tutela dei beni culturali». Ma il direttore generale del Parco Archeologico di Pompei, dicono, non ha mai risposto alla richiesta dei sindacati. Anzi, ha affidato a un’azienda specializzata il lavoro dei controlli ai cancelli che parte oggi alle biglietterie di Piazza Anfiteatro, dispositivi che, dopo il primo periodo di sperimentazione, saranno installati anche agli ingressi di Porta Marina e di Piazza Esedra.