• Metropolis
  • Contatti
  • Redazione
  • Metropolis
  • Contatti
  • Redazione
Metropolisweb
  • Home
  • Cronaca
  • Sport
  • Rubriche
  • Young
  • Giornale
  • Radio
  • Login
  • Home
  • Cronaca
  • Sport
  • Rubriche
  • Young
  • Giornale
  • Radio
  • Login
CRONACA
8 ottobre 2019
Mafiosi stragisti all’ergastolo ostativo, in tutto sono 1.250
Redazione

I nomi più celebri cui si lega l’immagine dell’ergastolo ostativo sono quelli dei capimafia che non ci sono più, Totò Riina e Giuseppe Provenzano. Ma la condanna al “fine pena mai” è stata inflitta a tutti i boss mafiosi condannati per le stragi e che non hanno mai voluto collaborare con la giustizia. Così come ai terroristi di ultima generazione, che con lo Stato non sono mai voluti scendere a patti.    Gli ergastolani ostativi sono un esercito di oltre mille persone. Sono 1.250, secondo i dati di Nessuno Tocchi Caino, cioè i due terzi dei 1.790 condannati a vita. Ma dagli altri ergastolani li separa una barriera invalicabile: non possono sperare e nemmeno richiedere la liberazione condizionale e tutte le misure alternative alla detenzione. A meno che non scelgano di collaborare. E la legge fu fatta proprio per mettere i mafiosi di fronte a un bivio, come ha ricordato l’ex procuratore nazionale antimafia Piero Grasso: essere fedeli a Cosa Nostra e pagarne le conseguenze, oppure collaborare con lo Stato e cominciare così il processo di ravvedimento previsto dalla Costituzione.

L’immagine che i difensori degli ergastolani ostativi usano per spiegare in pratica la vita dei loro assistiti è quella dei “sepolti vivi”. Nemmeno un giorno di permesso per incontrare una tantum i familiari fuori dal carcere; e a maggior ragione nessuna possibilità di lavorare all’esterno del penitenziario. Ma, soprattutto, nessuna prospettiva di fine pena fuori dalle quattro mura di una cella: si traducono così in concreto le restrizioni cui sono sottoposti questo tipo di detenuti.    E se sono mafiosi, in genere l’ergastolo ostativo si accompagna al regime carcerario del 41 bis. Cioè a limitazioni per i colloqui con i familiari, per l’ora d’aria e per la socialità. Non solo: sono previsti anche controlli più stringenti sulla corrispondenza e in alcuni casi anche l’impossibilità di avere un contatto fisico con gli affetti più cari con i quali si può parlare e vedersi solo attraverso un vetro.

metropolisweb.it @2017-2018-2019 - Tutti i diritti riservati - Editrice Citypress Società Cooperativa - Privacy Policy
Level Double-A conformance, W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0
Please support this website by adding us to your whitelist in your ad blocker. Ads are what helps us bring you premium content! Thank you!
Disabilita Adblock per continuare a vedere il sito.