Tutti uniti verso la qualificazione europea, un po’ meno quando si parla della maglia che dovrà accompagnarla al traguardo. La scelta ‘culturale’, da qualcuno considerata un po’ spericolata, decisa dalla Figc di far indossare alla nazionale sabato sera una maglia Verde, intesa come il ‘rinascimento’ del calcio italiano, fa discutere. E se ieri il ct Mancini aveva espresso tutti i suoi dubbi, oggi il bomber Ciro Immobile si mostra un pochino più morbido: “La Nazionale è associata all’azzurro e tutti ci siamo molto attaccati ma saremo comunque orgogliosi di indossare anche questa maglia – le parole dell’attaccante – Nel calcio i cambiamenti ci possono stare e di sicuro io e i miei compagni sabato vestiti di verde faremo di tutto per onorarla”.
Giudizio decisamente meno entusiasta quello di Stefano Mei, per tanti anni simbolo dell’atletica italiana e attualmente presidente della ‘Associazione Atletici Olimpici e Azzurri d’Italia’: “Non posso che dirmi perplesso. E’ una cosa difficile da digerire. Capisco le leggi del marketing anche se ci sono squadre che hanno stravolto le loro maglie. Ma quando si parla di squadre nazionali per me il discorso cambia. Il simbolo dello sport della nostra patria è la maglia azzurra, c’è poco da fare, ed è l’unica che va sempre bene a tutti”. Pollice verso anche da parte del campione del mondo ’82, Claudio Gentile, che si è detto “sorpreso, non mi ispira, è una scelta un po’ strana. Questa maglia non mi dà quella voglia, quella determinazione che serve per scendere in campo”. E qualche titubanza sulla scelta la manifesta anche il ‘creativo’ della ‘Armando Testa’, Michele Mariani, secondo cui il ritorno pubblicitario è buono “e la voglia di cambiare è apprezzabile e va riconosciuta”.
“La novità è un elemento che noi siano obbligati a considerare un senso buono, ma deve essere un’evoluzione delle cose che si conoscono, presentate in modo nuovo – spiega – Lavorando fianco a fianco di marchi e aziende, noi impieghiamo diversi anni a costruire codici distintivi e invece spesso si fa molto in fretta a demolirli. Se devo dire il mio punto di vista, avrei preferito una variante sul tema piuttosto che un colore che richiama codici molto diversi e che appartiene meno alla tradizione e alla memoria collettiva. Io sono completamente aperto alla novità – aggiunge – però all’interno di codici che sono proprietari che sono un valore, l’azzurro è più di un colore, è un mondo riferimento, una passione, un valore emotivo”.