Torre del Greco. A giugno del 2018 Giovanni Palomba chiuse la sua campagna elettorale da candidato a sindaco con una «folkloristica kermesse» tra il ristorante e le piscine del complesso acquatico Valle dell’Orso. In una location oggi finita sotto i riflettori del settore urbanistica del Comune per una lunga serie di abusi edilizi – già presenti all’epoca della convention promossa dal leader della carovana del buongoverno – destinati a essere abbattuti. Potrebbe cambiare la «mappa del divertimento» a Torre del Greco l’ordinanza di demolizione firmata dall’ingegnere Generoso Serpico e notificata a Giuseppe Ascione, fratello dell’ex consigliere comunale Mario Ascione – eletto ai tempi del sindaco Valerio Ciavolino con la lista di Forza Italia, proprio insieme a Giovanni Palomba – nonché legale rappresentante della Valle dell’Orso.
Il blitz in via Giovanni XXIII
Tutto nasce da un apposito servizio di controllo organizzato dai tecnici dell’ufficio anti-abusivismo edilizio del Comune, in collaborazione con i carabinieri della caserma Dante Iovino. Una dettagliata ispezione, capace di fare emergere una lunga serie di difformità rispetto alle autorizzazione rilasciate a partire dal 1990 dall’ente di palazzo Baronale e alle istanze di condono edilizio presentate degli imprenditori con la passione per la politica tra il 1994 e il 1995. In particolare, gli specialisti della lotta al cemento selvaggio avrebbero – in primis – evidenziato come la struttura circolare all’ingresso del parco acquatico non fosse stata buttata giù, a dispetto dell’ordinanza di demolizione notificata a settembre del 2017. Stessa sorte per un locale in muratura di circa 28 metri quadrati, già raggiunto da un provvedimento di abbattimento nel 1994.
Le difformità al ristorante
Relativamente a Villantiqua – il ristorante presente all’interno del parco acquatico – tecnici e carabinieri hanno rilevato non solo una diversa distribuzione degli spazi interni bensì un ampliamento di circa 70 metri quadrati presso la zona del bar-self service. Ulteriori ampliamenti per circa 130 metri quadrati sono stati rilevati sia al piano terra sia al primo piano del locale. A completare l’elenco delle sette contestazioni relative solo al ristorante, poi, la fontana a pianta quadrangolare di circa 50 metri quadrati «dimenticata» in tutti i grafici agli atti dell’ufficio urbanistica.
Gli abusi all’acquapark
Sfruttando il dislivello di una scarpata, i proprietari del parco acquatico hanno realizzato un vano tecnico per gli impianti della piscina di forma circolare solitamente frequentata dai bambini. Difformità rilevate, inoltre, sia presso la piscina delle onde sia presso alcune aiuole pavimentate senza alcuna autorizzazione per consentire l’installazione di dehors e ombrelloni esterni. Per tutto il parco acquatico, infine, scoperti lampioni di varie dimensioni alcuni retti con pali da stadio.
Tre mesi per le ruspe
Alla luce della relazione finale di tecnici e carabinieri, il dirigente del settore urbanistica ha ordinato al legale rappresentante della Valle dell’Orso la demolizione delle opere abusive entro 90 giorni. In caso contrario, l’acquisizione gratuita al patrimonio comunale. Avverso il provvedimento sarà possibile presentare ricorso al Tar Campania o al Capo dello Stato. Poi l’incubo di vedere sparire una parte dell’acquapark si potrebbe trasformare in realtà.
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