NAPOLI – La Afro Napoli United arriva al suo decimo anno, ma lancia l’allarme razzismo sulla “recrudescenza dei fenomeni discriminatori”. L’Associazione sportiva dilettantistica, che ha dato vita alla squadra multietnica, in pochi anni è riuscita a salire dalla Terza categoria all’Eccellenza. La squadra nasce per promuovere, attraverso lo sport e i suoi valori, principi di convivenza, di integrazione per contrastare ogni forma di razzismo, di discriminazione e allo stesso tempo per dare un’occasione a tanti ragazzi extracomunitari che attorno al pallone si ritrovano e giocano al calcio. “In questi dieci anni ci è capitato spesso di subire episodi di razzismo e purtroppo dobbiamo constatare che negli ultimi anni c’è una recrudescenza di fenomeni discriminatori e di intolleranza che viviamo quotidianamente – spiega il presidente, Antonio Gargiulo – .
Tutto questo è dovuto alle campagne di alcuni personaggi politici che strumentalizzano per fini di consenso il tema dell’immigrazione”. Gli obiettivi di inclusione della Afro Napoli United – sottolinea Gargiulo – “spesso sono ostacolati da norme federali relative ai documenti necessari a tesserare i ragazzi. In questo la recente legge sullo Ius soli sportivo ci è venuta incontro anche se non è proprio la legge che volevamo, ma noi continueremo a percorrere la nostra strada che ci ha consentito a dieci anni di distanza di essere una realtà sana, consolidata e alternativa al mondo del calcio di oggi in cui prevale il business”. Dieci anni dunque sono solo un punto di partenza, un compleanno da cui ripartire per nuove sfide calcistiche e sociali.
“L’Afro Napoli United – ha evidenziato l’assessore ai Diritti di cittadinanza del Comune di Napoli, Laura Marmorale – si unisce a una fitta rete di interventi realizzati nella nostra città da associazioni, gruppi, Terzo settore che cercano di creare e di leggere il tessuto sociale di cui è composta la nostra società in modo trasversale. Questa realtà sportiva ha il merito di tenere insieme, attorno allo sport, tutti i ragazzi indipendentemente dai documenti che hanno in tasca e dal Paese di provenienza. L’auspicio – ha concluso – è che la società si possa aprire anche ad altri sport per raccogliere anche le istanze di altri giovani”.