Torre del Greco. Ufficialmente la nomina è stata firmata da Antonio Pentangelo, coordinatore provinciale di Forza Italia. Ma dietro la promozione a «commissario locale» di Dario Colombo – storico fedelissimo dell’ex assessore Donato Capone, legato a doppio filo al consigliere comunale Romina Stilo – c’è lo zampino del consigliere regionale Armando Cesaro, pronto a «vendicare» il tradimento di Luigi Mele alle europee del 2019, quando l’ex delfino di Ciro Borriello puntò sul simbolo della Lega di Matteo Salvini. Con buona pace degli accordi stretti con l’erede di Luigi Cesaro.
La rivoluzione azzurra
In un anno e mezzo, i rapporti tra il candidato sindaco del centrodestra voluto proprio da Armando Cesaro – una scelta costata una bruciante sconfitta al ballottaggio con Giovanni Palomba – si sono progressivamente deteriorati, fino al benservito deciso a tavolino a Napoli. Al posto di Domenico Balzano – l’ex assessore a cui lo scorso anno era stata affidata la reggenza del gruppo locale – il coordinatore provinciale ha puntato sul «caponiano doc» per «l’attività di riorganizzazione e rilancio di Forza Italia a Torre del Greco fino alla celebrazione del congresso cittadino». Spazio, dunque, ai «nuovi vecchi» della politica locale e addio all’unico esponente azzurro oggi seduto tra i banchi dell’opposizione a palazzo Baronale.
Il primo obiettivo
L’investitura di Dario Colombo – mai sceso in campo in prima persona, mentre la moglie Carmela Iacomino sfiorò i 700 voti alle ultime elezioni con la lista civica Forza Torre – porterà, dunque, a inevitabili spaccature all’interno del centrodestra locale. Un’eventualità a cui il fedelissimo di Donato Capone guarda senza particolari timori: «Non penso a scissioni o correnti, il mio primo obiettivo è esattamente l’opposto – le prime parole da «commissario» di Dario Colombo -. Ovvero ricompattare Forza Italia a livello locale, partendo da chi è sempre stato vicino al gruppo azzurro. Penso all’ex capogruppo Cinzia Mirabella e alla stessa Romina Stilo. Ma non dimentico come, all’interno dell’attuale maggioranza, ci siano consiglieri comunali vicini a Paolo Russo. L’azione di rilancio partirà dallo storico zoccolo duro per poi essere allargata a chiunque voglia credere e puntare sul nostro progetto».
Il grande escluso
Un progetto in cui, al momento, non rientra Luigi Mele. L’esclusione dell’ex assessore era stata decisa già al momento della convocazione del tavolo locale del centrodestra, a cui erano stati invitati gli ex consiglieri comunali Vittorio De Carlo e Gabriella Palomba – oggi entrambi Lega – il repubblicano Ottavio Bello, Cinzia Mirabella, Raffaella Izzo, Salvatore Restino e Nando Raiola di Casapound. Al tavolo la «presenza» di Luigi Mele si è palesata sotto forma di messaggio WhatsApp: «Mi rattrista che oggi qualcuno decida di fare squadra con soggetti privi di qualsiasi progettualità e autentica attenzione ai problemi della città – l’affondo dell’ex assessore ai lavori pubblici – Auguro a tutti un buon lavoro, con l’auspicio che possiate presto essere presenti e competitivi a fatti e non a chiacchiere, come lo sarò io alla prossima tornata elettorale». Parole dal sapore della sfida tra il «vecchio vecchio» e il «nuovo vecchio» del centrodestra all’ombra del Vesuvio.
©riproduzione riservata