(rocco traisci). Il bilancio dei primi vent’anni del nuovo secolo e le prospettive dei prossimi venti sono il tema della quinta edizione di Linecheck, la music conference internazionale in corso a Milano fino a domenica 24 novembre. Una masterclass di innovazione e nuove strategie di networking, abbinato a uno “showcase festival” (sul palco vedremo – tra i tanti live in programma – Seun Kuti, figlio di Fela, Giorgio Poi, astro nascente del pop italiano e i canadesi Godspeed You! Black Emperor, band di culto post-rock). L’evoluzione dei mercati, il comparto music-tech, il rafforzamento della distribuzione digitale, l’export e la musica nei processi di globalizzazione culturale sono gli argomenti di più stretta attualità. Così come di stretta attualità sono le parole chiave “diversità e inclusione” con un panel che mette a dialogo soggetti italiani e internazionali che lavorano sul tema della musica come strumento di attivismo politico e sociale. Su Billboard Italia in questi giorni è stata pubblicata un’interessante intervista al general director di Linecheck, Dino Lupelli, fiducioso (pur sollevando alcune criticità) sulle nuove prospettive della discografia italiana e lo sviluppo di nuovi posti di lavoro.
“Il confronto tra vecchi e nuovi modelli di business è impietoso – sostiene Lupelli – l’industria musicale cresce come non faceva da anni e le proiezioni sono più che ottimistiche almeno sino al 2030”.
Il sistema per trasformare questa mole di energia creativa in impresa, però, è ancora in fase embrionale. Il passaggio verso il prossimo ventennio – secondo Lupelli – dipende molto dal livello di investimenti e dalla capacità degli addetti ai lavori di saper cogliere le occasioni del mercato.
“Mai come in questo momento storico c’è musica per tutti i gusti, sia nella sua dimensione discografica che in quella live – aggiunge Lupelli – Mai si sono viste così tante nuove produzioni, mai sono stati prodotti così tanti live. Nella recording industry i nuovi modelli di distribuzione e le piattaforme di fruizione stanno facendo ritornare profittevoli gli investimenti. Ma è ancora difficile riconoscere il giusto compenso a chi fa della musica il suo mestiere – ribadisce il fondatore di Elita, l’associazione culturale che ha prodotto diversi format innovativi (Design Week Festival, il Milano Design Awards) – nella live industry si fanno strada i format ed i festival che vanno gradualmente a sostituire i vecchi modelli di tour e singole serate con un interesse crescente da parte di pubblico, sponsor ed istituzioni. Si punta sull’esperienza complessiva più che su di un singolo artista, producendo veri e propri eventi capaci di attrarre un pubblico sempre più ampio. Ma il cambiamento di modelli introduce nuove sfide. La regolamentazione del secondary ticketing, la sostenibilità ambientale e le misure di sicurezza per la salvaguardia dell’incolumità del pubblico non possono pesare esclusivamente sui bilanci dei promoter, cui va riconosciuto il ruolo di veri e propri agenti di sviluppo economico e culturale”.