PARIGI– Vent’anni, solare, allegra, ottimi risultati all’università, legatissima ad amici e compagni di università: era così Niva Congedo, la studentessa di Napoli, cresciuta a Posillipo e tragicamente scomparsa due giorni fa a Parigi cadendo dal 10/o piano del palazzo in cui condivideva l’appartamento con una compagna di corso. Conosceva benissimo il francese, tanto da poter studiare giurisprudenza in questa lingua alla Sorbona dopo il primo biennio a Firenze. E’ lì che aveva costruito i legami di amicizia con il gruppo che da settembre si è trasferito a Parigi per il terzo anno di “droit franco-italien”.
Un incidente, questa l’unica ipotesi finora in piedi sulla sua morte. Un’ipotesi che, da quanto la famiglia apprende dalla gendarmeria che conduce l’inchiesta, nulla al momento mette in discussione. Se la gendarmeria ha continuato ad analizzare gli elementi in suo possesso, dopo aver passato al setaccio l’appartamento in cui viveva Niva, nel XIV arrondissement della capitale, a boulevard Jourdan, sono i medici legali a condurre le analisi sul corpo della ragazza, come di routine in casi del genere. Prelievi ed esami andranno avanti ancora domani, poi se tutto sarà confermato e il tragico incidente potrà essere in parte ricostruito, il corpo sarà a messo a disposizione dei genitori, già in queste ore assistiti da vicino dal Consolato generale d’Italia e personalmente dalla Console, Emilia Gatto.
Nel dolore dei compagni di università e in quello dei professori, che nel pomeriggio si sono ritrovati insieme alla Sorbona, c’è tutto il vuoto lasciato da una ragazza descritta come piena di vitalità e di voglia di stare con gli altri. Nessun’altra ipotesi va in questo momento al di là dell’incidente, forse un malore, che potrebbe averla colta mentre si era avvicinata alla finestra. Era, secondo una ricostruzione, seduta su un tavolo accostato al davanzale, di spalle. Da lì, la caduta nel vuoto, testimoniata da un solo dirimpettaio che ha visto la scena e l’ha raccontata alla polizia. Nonostante l’altezza, Niva era sopravvissuta al tremendo impatto, forse attutendo la caduta frenando disperatamente su qualche ostacolo. Era viva quando l’hanno soccorsa, trasportandola a tutta velocità all’ospedale della Pitié-Salpetriere, uno dei migliori di Parigi, forse il top nel primo soccorso (lì fu operata in urgenza la principessa Diana dopo lo schianto della sua auto al pont de l’Alma). Qualche ora dopo ha ceduto per le forti emorragie interne e lo shock.