L’adolescente, ascoltato dai carabinieri dopo il fatto, aveva dichiarato di non sapere nulla e di non aver assistito alla gara, salvo poi essere smentito dalle testimonianze di altre persone presenti. Il 48enne centauro riferì invece ai carabinieri che era passato da quelle parti quando si era accorto dell’incidente e si era fermato per prestare soccorso. Non si esclude che la gara possa essere stata organizzata per scommessa. La sera dell’incidente non vennero chiamati i carabinieri ma solo il 118, che portò il giovane in ospedale, dove poi morì dopo poche ore. I sanitari chiamarono i carabinieri che, insospettiti, cominciarono a indagare. I militari inoltre ricevettero in forma anonima il video diventato poi virale che riprendeva le fasi della corsa e anche l’incidente. La vittima – è emerso dalle indagini dei carabinieri di Casavatore e Castello di Cisterna – era in sella a una Kawasaki 750, il 48enne su un Yamaha Tmax (forse modificato). Sia la vittima che il 48enne avevano il casco. Secondo gli accertamenti dei periti, che stanno ancora cercando di fugare qualche dubbio, sembra che durante la corsa le due moto si siano toccate: la Kawasaki si è impennata e quando la ruota anteriore ha toccato nuovamente terra ha urtato il Tmax per poi sbandare e rovinare al suolo. Il giovane ha riportato gravi lesioni al torace e ai polmoni che poi l’hanno portato alla morte.
Morì in un grave incidente stradale a bordo della sua moto di grossa cilindrata mentre gareggiava in pieno centro di Casavatore con un altro centauro. Un video ripreso dagli improvvisati spettatori, che filmava l’incidente, divenne anche virale su internet, aiutando poi molto gli investigatori nel corso delle successive indagini. Cinque mesi dopo il fatto, i carabinieri della stazione di Casavatore hanno arrestato e condotto in carcere, su ordine del Gip del Tribunale di Napoli Nord, il motociclista che corse con la vittima. Si tratta di un 48enne, per il quale la Procura di Napoli Nord che ha coordinato le indagini, ha ipotizzato, tra le prime volte in Italia, il reato di divieto di gareggiare in velocità con veicoli a motore, aggravata dalla morte di una persona derivata dalla competizione. Agli arresti domiciliari è invece finito, per il reato di favoreggiamento personale, un secondo indagato, un ragazzo di 18 anni cognato della vittima che avrebbe pianificato la gara.