NAPOLI – La Notte dell’Arte nel centro storico di Napoli non c’è stata. Microfoni spenti per musica e riflessioni. Tutta colpa – come riferiscono organi di stampa – dell’assenza dei necessari permessi, una scoperta fatta all’ultimo momento con gli artisti già sul palco e gli amministratori locali in piazza. Rimpalli di responsabilità ma il risultato è che la festa non c’è stata. E anche il giorno dopo un sabato triste la polemica continua. “Non hanno dato il permesso. Nemmeno a se stessi”. Non risparmia critiche ad esempio lo scrittore Maurizio de Giovanni. Poco prima che dovessero esibirsi gli artisti Tony Esposito, Maurizio Capone, Marco Zurzolo e Maldestro, invitati dal direttore artistico dell’evento, Gianfranco Gallo, il niet della polizia municipale.
De Giovanni non ci sta: “Difficile anche fare un regalo alla città. Eravamo pronti a dare parole, musica e canzoni per una bella notte di festa e cultura: ma non hanno dato il permesso. Nemmeno a se stessi. Sarebbe ridicolo, se non fosse tragico”. L’evento ‘proibito’ ha portato con sé una scia di polemiche e di rimbalzi di responsabilità. Si difende con un post su Facebook l’assessore comunale alla Cultura, Eleonora de Majo, che parte dalla premessa che, nelle edizioni precedenti, l’Assessorato di cui oggi ha lei la delega, ha dato un contributo solo “in termini di promozione”, rispettando il ruolo della Seconda Municipalità, presieduta da Francesco Chirico. “Mi piacerebbe che, chi sta maldestramente provando ad attribuirmi il mancato svolgimento dei concerti di ieri sera – sottolinea de Majo – fosse in grado di dimostrare, carte alla mano, quali sarebbero le responsabilità dirette dell’Assessorato e dunque dell’Amministrazione dinanzi ad una oggettiva assenza di documentazione adeguata allo svolgimento del pubblico spettacolo da parte degli organizzatori”. “Ieri ero lì che ascoltavo le telefonate tra sottoposti e dirigenti della polizia municipale inflessibili – si sfoga in un post l’artista Gianfranco Gallo – guardavo i volti scuri degli incaricati a fermare la manifestazione, percepivo la lontananza di qualche autorità che nemmeno si è avvicinata al palco, quando era li perché se fosse andato tutto liscio, si sarebbe presa il bagno di folla. Poi guardavo i volti degli artisti comunque puliti, sorridenti, gioiosi, ascoltavo la ‘Scalzabanda’ suonare e pensavo che l’Arte rende belli, il potere bruttissimi. L’Arte è un volo, il potere una paralisi”.
La Notte d’arte del centro storico edizione 2019, intitolata “Break Napoli”, aveva come filo conduttore l’inclusione sociale, per un evento voluto, a partire dal 2012, da Francesco Chirico, presidente della Seconda Municipalità. “I concerti della Notte d’arte sono stati sospesi”, dice. Ma solo la musica è stata fermata perché, come spiega, “dal primo momento la Notte bianca ha deciso di non voler essere una festa di piazza, ma un evento capace di lanciare un messaggio culturale e sociale, quindi a conti fatti il pozzo in Etiopia si farà lo stesso, le cartoline ai potenti del mondo per abbattere i muri che opprimono i popoli saranno spedite, le iniziative dell’unione italiana ciechi si sono svolte, le bande e le paranze musicali dei tanti ragazzi del quartiere si sono esibite, i Musei e le scuole sono stati aperti, le visite guidate, i film, il teatro e le letture sono andate avanti regolarmente”.