Torre del Greco. Il sindaco di Torre del Greco, Giovanni Palomba, ci ha informati che a «malincuore», sta valutando l’ipotesi di «tutelare l’immagine» sua e quella della città di Torre del Greco querelando Metropolis. Una città «gravemente danneggiata», scrive il sindaco in una richiesta di rettifica indirizzata alla nostra redazione, dal lavoro del nostro quotidiano. La nostra colpa? Avere pubblicato, il 17 dicembre scorso, un articolo nel quale definivamo «clamoroso» il fatto che il Comune non s’è costituito parte civile in un processo per camorra che vede imputato un imprenditore. Un uomo che – secondo la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli – avrebbe aperto ai clan le porte del Comune, consegnando ai boss, attraverso le estorsioni pattuite con le ditte, i soldi pubblici, i soldi dei cittadini. Che, questo sì, rappresenta un gravissimo danno d’immagine, e non solo, per il Comune e la città. In sua difesa il sindaco Palomba scrive che la mancata costituzione del Comune in quel processo è frutto del fatto che l’ente non è stato individuato tra le persone offese. Ma un rappresentante delle istituzioni che combatte per la legalità in un territorio complicato dovrebbe sapere che per reati del genere il Comune non è mai considerato parte lesa. Ma questo non vieta al sindaco di costituirsi parte civile. Il sindaco forse non sa che il Comune non viene individuato come parte lesa nemmeno per i processi legati a omicidi di camorra avvenuti sul territorio, oppure nei processi per estorsione ai danni dei commercianti. Il sindaco si dovrebbe aggiornare attraverso i suoi legali di fiducia se vuole sfidare il crimine anche in un’aula di giustizia. Sta agli amministratori comunali seguire con attenzione l’iter processuale e valutare se schierarsi contro gli imputati. Non è una questione formale, ma di sostanza. Soprattutto in una città complicata dove il dovere di ogni amministratori è schierarsi sempre dalla parte giusta. Vicende simili sono avvenute, in questi anni, anche a Ercolano e Castellammare di Stabia. Noi le abbiamo sempre denunciate, senza veli né censure. Anzi, siamo stati uno sprone per i sindaci che hanno rimediato ai propri errori arrivando persino a sottoscrivere protocolli d’intesa con la procura per monitorare tutti i processi nei quali gli imputati rispondono di reati aggravati dalle finalità mafiose. Al sindaco Palomba consigliamo di approfittare del nostro servizio e di seguire l’esempio dei suoi colleghi. Per carità, libero di querelarci, ma corra in procura a costituirsi parte civile, perché la lotta ai clan si fa anche in questo modo. Stando vicini alle vittime e tutelando l’immagine della città. Ma sul serio. E in questo caso ci troverà al suo franco, dalla parte giusta. E a proposito, quando avrà tempo, spieghi alla città come è stato possibile che nella sua coalizione di governo siano entrati soggetti di così dubbia moralità. Personaggi che proprio qualche giorno fa sono stati condannati perché ritenuti a capo di un’associazione per delinquere finalizzata al voto di scambio.
Il direttore Raffaele Schettino
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