Rino Gattuso festeggia i primi punti da allenatore del Napoli: “Primo inguardabili, abbiamo sbagliato tutto e siamo stati sempre anticipati. A livello tecnico e tattico commessi tantissimi errori. Nella ripresa si è visto quello che piace un po’ di più a me. Siamo riusciti a fare pressing e a giocare con ottime trame. Non siamo sicuramente guariti, bisogna però ripartire dal secondo tempo, dal sacrificio che ho visto da parte degli esterni. Non faccio il mago nella vita, spero che sia stata l’ultima volta che il Napoli giochi così come ha fatto nel primo tempo”. E le problematiche extra-campo? “Avremo modo di affrontarle, ora dobbiamo pensare solo ed esclusivamente al campo – risponde – e a migliorare. Un allenatore ha grandi responsabilità, io magari la vivo in maniera eccessiva però mi piace avere un contatto con i miei giocatori. A fine primo tempo ho mostrato grande delusione, io e il mio staff non siamo riusciti a vedere quello che volevamo. Bravi i ragazzi a reagire”. “Sono da tanti anni nel mondo del calcio, ogni partita fa storia a sè – continua – e so che dobbiamo riaprtire da qui. L’abbraccia a fine partita è naturale, dobbiamo riportare gioia nei tifosi e ricreare l’entusiasmo che c’è stato in questi anni. Ancelotti? Quando si cambia modulo cambiano tante cose. A me non piace fare paragoni, sapete quello che Carlo ha fatto nella sua carriera”.
Il Napoli è ancora malato
“Ancora dobbiamo guarire. Siamo malati, lo sappiamo, erano due mesi che non vincevamo in campionato. Nel secondo tempo abbiamo fatto una buona partita, ma la strada è lunga, dobbiamo migliorare. In dieci giorni non si possono fare i miracoli, bisogna continuare a lavorare”. Intervistato da Sky Sport dopo la vittoria al 94′ sul campo del Sassuolo, il tecnico dei partenopei Rino Gattuso smorza gli entusiasmi. “Questa squadra non ha problemi di qualità. Bisogna avere equilibrio e giocare in un certo modo – dice ancora Gattuso -. Ha sempre fatto 4-3-3, ma bisogna essere più corti, lavorare di reparto. Dobbiamo dare continuità al lavoro cominciato dieci giorni fa. E non c’è solo il problema del vertice basso, bisogna lavorare di catena, fare movimenti opposti, farlo di reparto. Nel primo tempo siamo stati statici, abbiamo perso troppi palloni. Ma onore a questi ragazzi, che in dieci giorni mi hanno dato grandissima disponibilità. Io voglio entrare nell’anima dei miei giocatori, questo lavoro so farlo solo così. A qualcuno può dar fastidio, ma io solo così so farlo. Magari può dar fastidio a qualche giocatore stare 24 ore sul pezzo, ma io così lavoro”.