Torre del Greco. Il via libera all’ultimo tassello del «puzzle» costruito in 18 mesi dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giovanni Palomba è arrivato al fotofinish, a meno di 36 ore dalla fine del 2019: la maggioranza di palazzo Baronale ha approvato in consiglio comunale – a dispetto delle obiezioni sollevate dall’opposizione, preoccupata di salvaguardare il patrimonio storico-archeologico di contrada Sora – la variante al project financing per l’ampliamento del cimitero cittadino, aprendo così la strada alla realizzazione del piano per costruire nuove nicchie e loculi. Salvo, ovviamente, colpi di scena.
La battaglia in aula
Perché l’argomento-clou dei lavori all’ordine del giorno dell’ultima seduta dell’assise cittadina del 2019 – convocata d’urgenza con una riunione dei capigruppo organizzata il giorno della vigilia di Natale – ha regalato inevitabili tensioni e veleni. Prima legati alla «disinvolta procedura» attraverso cui il provvedimento è arrivato in aula – sottolineata dall’ex sindaco Valerio Ciavolino – e poi relativi al «pericolo» della prossimità di villa Sora all’area dei lavori. Un tasto su cui avevano già battuto gli esponenti del M5S, senza ricevere le necessarie «rassicurazioni» dalla squadra di governo cittadino guidata dallo storico figlioccio della Dc all’ombra del Vesuvio: «Manca il parere della soprintendenza ai beni archeologici – la riflessione di Vincenzo Salerno, capogruppo dei pentastellati in municipio -. Quindi, non sappiamo se gli interventi previsti dal project financing possano provocare o meno danni al patrimonio della vicina contrada Sora».
Lo spauracchio contabile
Un argomento ripreso da Valerio Ciavolino, pronto a sollevare la questione corte dei conti: «Se, durante le operazioni di scavo, venissero fuori reperti archeologici e i lavori dovessero essere bloccati – lo scenario prospettato dall’ex sindaco – chi pagherà la progettazione portata avanti fino a oggi e gli interventi già avviati? Come al solito, l’amministrazione comunale brilla per approssimazione e superficialità. E così penalizza la città». Ombre spazzate via dal presidente della seconda commissione consiliare: «La bozza di convenzione siglata tra il Comune e la ditta incarica del project financing – le parole di Pasquale Brancaccio – solleva l’ente da qualsiasi eventuale e futura responsabilità». Un intervento capace di convincere l’intera maggioranza a votare «sì» alla variante.
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