CASTELLAMMARE DI STABIA – «Desidero integrarmi nella vostra città, da oggi terrò pulite le vostre strade. Chiedo un contributo di 50 centesimi per il mio lavoro». Si chiama Simon, viene dal Senegal, ha 22 anni e un sogno nel cassetto: «Vorrei avere i soldi per studiare e laurearmi». Da qualche giorno gira per Castellammare di Stabia con un cartello sul quale c’è scritto, con il pennarello, ciò che sta facendo. Simon ha i guanti, una scopa, una paletta e una busta. Si ferma nelle strade dove c’è degrado, sui marciapiedi dove spesso l’erba impedisce anche il passeggio dei pedoni e le ripulisce. Sistema il suo cartello al margine della strada e comincia a lavorare, da volontario. Strappa le erbacce, ripulisce la strada e poi sistema tutto in una busta chiedendo ai residenti come fare per conferire correttamente quei rifiuti. La presenza di Simon ha stimolato la curiosità di tanti stabiesi. Molti, in questi giorni, si sono fermati per leggere quel cartello sul quale c’è scritto: «Gentili signore e signori, desidero integrarmi onestamente nella vostra città, senza chiedere elemosina. Da oggi terrò pulite le vostre strade chiedendo giusto un contributo di 50 centesimi per il mio lavoro». Simon inoltre scrive «buste, palette e altro materiale per la pulizie sono ben accette», ma soprattutto «un caffè e un sorriso».
Il testo contiene qualche errore, ma la sua simpatia ha già conquistato tanti stabiesi e più di qualcuno gli ha lasciato con piacere quei 50 centesimi di contributo. Dietro quell’iniziativa di volontariato, come tante altre, si nasconde però il sogno di un giovane che ha dovuto attraversare l’inferno per raggiungere l’Europa. Partito dal Senegal è riuscito a raggiungere la Libia, superando torture e un interminabile viaggio in mare su un gommone della speranza. Ha visto amici partiti con lui morire e altri finire imprigionati. E basta guardarlo negli occhi per vedere tutta quello che ha sofferto. «Sono arrivato a Napoli due anni fa – racconta Simon – Dormo lì, ma cerco di spostarmi in queste zone perché sono meno caotiche e c’è più possibilità di conoscere nuove persone, che possono aiutarmi». Il 22enne partito dal Senegal non vuole chiedere l’elemosina, non vuole vendere merce contraffatta «voglio guadagnarmi i soldi onestamente, ma non posso accettare di essere sfruttato – spiega – Qui c’è chi ti fa lavorare 12 ore al giorno per poco, ma io penso di valere di più». La sua pronuncia non è perfetta, ma capirlo è facile «sto cercando di imparare più in fretta possibile, sono sempre stato bravo a scuola», racconta con tenerezza «ho sofferto la fame, ho dovuto lasciare la mia famiglia – dice – ma sono sicuro che se avessi l’opportunità di studiare qui potrei far valere tutte le mie capacità». Così per provare a racimolare i soldi necessari per iscriversi ad alcuni corsi (il sogno è l’Università) continua a estirpare l’erba in cambio di un’offerta di 50 centesimi.