Torre del Greco. «Era una morte annunciata, decine di denunce non sono bastate per scrivere la parola fine allo stato di degrado e abbandono in cui versa il nostro centro storico». Non ha usato giri di parole don Giosué Lombardo davanti al feretro di Antonio Ventimiglia, il pensionato di 82 anni travolto e ucciso da una moto in via Salvator Noto, a cinquanta metri in linea d’aria dalla basilica di Torre del Greco: «Da anni segnalo le criticità di piazza Santa Croce e dintorni, ma senza risultati – il j’accuse dall’altare – Antonio si è trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato». Come a dire: l’ex titolare del negozio per bambini «La Cicogna» di via Roma ha pagato con la vita la «superficialità» di chi avrebbe dovuto garantire la sua sicurezza e la sicurezza di tutti i cittadini.
Concetti capaci di fare correre un brivido lungo la schiena della frotta di politici presenti in chiesa per l’ultimo saluto all’assessore ai lavori pubblici Elvira Novella Ventimiglia. A partire dal sindaco Giovanni Palomba per finire ai dirigenti del Comune, passando per assessori e consiglieri comunali d’opposizione.
Tutti silenziosamente tirati in ballo dal parroco di Santa Croce: «In sagrestia c’è un faldone di segnalazioni, nessuno è mai intervenuto: qui restano il degrado e l’abbandono», l’amarezza di don Giosué Lombardo.
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