Mentre la Cina continua a blindarsi per attenuare il diffondersi dell’epidemia del coronavirus, anche in Italia si prendono alcune contromisure, soprattutto in segno di solidarietà con i malati: i festeggiamenti per il Capodanno cinese a Roma e a Milano sono stati rinviati “perché non c’è niente da festeggiare”. Ma la paura del contagio, che in molti casi si concretizza nell’annullare cene al ristorante cinese, è sfociata in due veri e propri episodi di razzismo.
A Venezia una baby gang di adolescenti ha seguito, insultato e sputato contro una coppia di turisti cinesi. E a Torino una famiglia di cinesi che vive in Italia da decenni, parenti di Lucia King, portavoce della comunità cinese di Roma, si è sentita dire: “Allontaniamoci che portano la Sars dalla Cina”. A Venezia i due turisti stavano passeggiando lungo la riva del Canale della Giudecca, quando il gruppo di adolescenti avrebbe cominciato ad insultarli per poi sputargli addosso. Le forze dell’ordine finora non hanno ricevuto segnalazioni sulla vicenda che verrà approfondita ma si ipotizza che l’episodio possa essere legato all’epidemia da coronavirus. Un episodio che ha fatto lanciare un appello a Lucia King: “Il nostro, a nome di tutte le comunità cinesi in Italia, è che finiscano gli episodi di intolleranza e discriminazione. Il virus può colpire tutti, non solo i cinesi. Non c’entra nulla con la razza delle persone. Quando ci sono stati i terremoti in Italia la comunità cinese non si è mai tirata indietro adoperandosi con donazioni e aiuti di ogni genere. Questo è il momento in cui la Cina ha bisogno di aiuto: non chiediamo donazioni, ma comprensione e tolleranza”.
E ancora: “L’umanità deve essere unita per lottare contro questo virus. In questo momento non è il caso di allarmarci in Italia. Naturalmente è importante prendere le dovute precauzioni. La comunità cinese vive da decenni in Italia. Non esiste nessun pericolo. I ristoranti cinesi acquistano gli ingredienti dagli stessi fornitori di quelli italiani”. Intanto la comunità cinese di Roma ha annunciato che il 2 febbraio, ovvero domenica prossima, non si terrà a San Giovanni la festa per il Capodanno cinese: “Abbiamo concordato in modo congiunto con tutta la comunità che la festa deve essere rinviata perché c’è gente che sta male e non è il caso di festeggiare – ha spiegato la portavoce Lucia King – Ci dispiace perché i preparativi duravano da tre mesi, ma in questo momento è la scelta migliore. Comunicheremo in seguito una nuova data”.
A pochi minuti la stessa comunicazione, ma dalla comunità di Milano, per bocca di Francesco Wu, membro del direttivo di Confcommercio Milano-Monza Brianza e rappresentante dei commercianti cinesi della Chinatown di Milano: la grande parata che doveva sfilare in via Paolo Sarpi il 2 febbraio, è stata annullata in segno di solidarietà “verso il popolo cinese in Cina, colpito dal coronavirus che non ha potuto festeggiare il capodanno lunare attraverso manifestazioni pubbliche”. E se i cinesi che vivono in Italia rinunceranno, per il momento, al loro Capodanno, gli italiani stanno disertando sempre di più i ristoranti cinesi: tra voli annullati e psicosi da contagio, molti non se la sentono di cenare all’orientale: “Mi dispiace ma i miei amici sono terrorizzati”, è quello che si sentono dire in questi giorni i ristoratori cinesi.